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Salve a tutti, dopo tanto tempo eccomi qua, dopo aver scritto la tesi che un giorno pubblicherò, eccomi qua, tornato per erudirvi in materia di diritto. Nel frattempo gli articoli che ho scritto sono scomparsi causa chiusura improvvisa del blog TSN ma vedremo di ripubblicarli, tanto ce li ho tutti salvati nel mio computer con i commenti più importanti. Sappiamo tutti che a gennaio si aprirà il processo di fronte alla Suprema Corte (la Cassazione) su Calciopoli. Ma che cos’è la Cassazione? A che serve? Cominciamo col dire che ai sensi dell’art. 65 dell’ordinamento giudiziario: la Corte Suprema della Cassazione, quale organo supremo della giustizia, assicura l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni; regola i conflitti di competenza e di attribuzioni, ed adempie gli altri compiti ad essa conferiti dalla legge. Diciamo, più semplicemente, che la Cassazione svolge una funzione di nomofilachia, ossia, va a vedere se è stata applicata in maniera corretta la legge dai giudici di merito, tanto è vero che il giudizio di Cassazione viene anche definito di legittimità e non di merito come il giudizio di primo grado e di appello. In altre parole non va vedere il fatto come si è svolto, cosa che hanno fatto invece i giudici di primo grado e di appello ma va a vedere se è stata applicata in maniera corretta la legge sia processuale che sostanziale. L’art. 606 del Codice di procedura penale (C.p.p.) elenca espressamente i motivi per cui è esperibile il ricorso in Cassazione. Il primo motivo per cui è possibile ricorrere in Cassazione è la contestazione dell’esercizio da parte del giudice di una potestà riservata dalla legge a organi legislativi o amministrativi ovvero non consentita ai pubblici poteri. Non credo che ci interessi. Un altro motivo per cui è possibile ricorrere in Cassazione è quando si contesta l’inosservanza o erronea applicazione della legge penale e di altre norme giuridiche, di cui si deve tener conto nell’applicazione della legge penale. Cioè, quelle che ho prima definito norme sostanziali. Per esempio si potrebbe contestare l’equiparazione fra arbitro e giudice, entrambi terzi è imparziali. Nella realtà dei fatti, a mio parere, non c’è proprio niente da contestare nelle sentenze di Calciopoli ma lasciamo pure che Moggi e consoci vadano pure in Cassazione, leggere poi i commenti su giù le mani dalla Juve e similari è sempre divertentissimo e ancora di più lo saranno quelli dopo la sentenza definitiva. Un altro possibile motivo di ricorso in Cassazione, sempre enunciato nell’art. 606 del Codice di procedura penale, è appunto, l’inosservanza delle norme processuali stabilite a pena di nullità, di inutilizzabilità, di inammissibilità o di decadenza. Per esempio, a riguardo, mi pare che l’avvocato Prioreschi abbia ancora da ridire sulla mancata rogatoria quando sono stati presi i contatti fra le varie schede svizzere avvenuti in Italia e sono stati ricostruiti, avvalendosi delle compagnie telefoniche italiane, le assegnazioni delle varie schede svizzere agli arbitri. La sua è proprio una mania ma è una mania di molti. A prescindere dal fatto che è scritto a pagina 92 della sentenza d’appello: “l’acquisizione dei tabulati (delle schede svizzere N.d.R.) in sede di indagini preliminari non ha violato alcuna norma del trattato italo svizzero ne tantomeno la loro acquisizione in sede dibattimentale andava effettuata attraverso una formale richiesta di rogatoria internazionale” e questo è a dir poco ovvio perché i contatti sono avvenuti in Italia e non si è andato a chiedere niente alle compagnie telefoniche svizzere ma ci si è avvalso esclusivamente delle compagnie telefoniche italiane e dei dati che hanno fornito le loro celle su cui i contatti fra le varie schede svizzere sono avvenuti. Ripeto per la 500milionesima volta: se Prioreschi ci teneva così tanto ad avere dei dati più precisi, poteva chiedere lui che i faldoni dati dalle compagnie telefoniche italiane fossero analizzati con un sistema informatico certificato, esistono i consulenti tecnici apposta per quello, poteva chiedere lui persino che fosse disposta la rogatoria internazionale per avere i dati precisi dalla Svizzera sui contatti fra le varie schede telefoniche. Perché non lo ha fatto? Coda di paglia? Ad ogni modo, ho avuto in più circostanze modo di dire che le schede svizzere non condannano nessuno. Dato che non si può condannare nessuno senza sentire cosa si siano detti, le svizzere da sole non contano niente, servono solo per avvalorare le tesi accusatorie ed è proprio per questo motivo che il signor Pieri è stato assolto in appello. Nel giudizio abbreviato di primo grado infatti, Pieri, nel capo D, venne condannato perché dal momento in cui venne sorteggiato per la partita Juve Chievo 3-0 incominciò ad avere dei contatti con Moggi tramite le schede svizzere. Infatti, dalle carte processuali della sentenza di primo grado in rito abbreviato risulta che dalla notte del 29 ottobre giorno del sorteggio Pieri e Moggi ebbero tramite le svizzere un contatto prima del sorteggio di 30 secondi. Come mai? Forse il sorteggio era taroccato? No, non ci sono prove. Alterate erano le griglie e lo erano per il semplice fatto che Moggi e Bergamo ne parlavano telefonicamente quasi come se Moggi fosse il secondo designatore. Il tutto in totale dispregio dei principi di terzietà e imparzialità che, tra l’altro, sono ribaditi anche all’articolo 40 del regolamento AIA (Associazione Italiana Arbitri) che stabilisce che:”gli arbitri sono tenuti a svolgere le proprie funzioni con lealtà sportiva, in osservanza dei principi di terzietà, imparzialità ed indipendenza di giudizio, nonché comportarsi in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva con trasparenza, correttezza e probità”. Questo discorso vale ovviamente anche per chi ha il dovere di designare ed istruire gli arbitri. La circolare n. 7, che invitava i presidenti a parlare informalmente con i designatori era “contra legem” ossia contraria alla legge sulla frode sportiva e anche ai vari regolamenti federali della FIGC quindi non valida. Tornando a Pieri e al capo D, egli alle 11.25 del 29 ottobre del 2004, mezzora dopo il sorteggio, chiamò Moggi e poi Fabiani, parlando con quest’ultimo per 69 secondi. Alle 14.40 Moggi telefonò a Pieri e i due si parlarono per 4 minuti e 15 secondi. Il giorno stesso della partita, il 31 ottobre, poche ore prima del suo inizio, Moggi interloquì con Pieri per due volte, la prima per quasi 4 minuti e la seconda per 7 minuti. La sera stessa, dopo la partita, Pieri chiamò Moggi e ci parlò per 4 minuti. Il giorno seguente vi fu un altro colloquio notturno di nove minuti. Questi colloqui, oltretutto di ragionevole durata, furono sufficienti e, a mio parere, a ragion veduta, per il giudice del giudizio abbreviato di primo grado, per condannare Pieri perché, secondo la comune esperienza, questi colloqui saranno sicuramente serviti per far si che Moggi desse le opportune direttive e gli opportuni suggerimenti su come arbitrare la partita. A cos’altro possono essere serviti se no? Per parlare di filosofia orientale? Per disquisire riguardo alla “Critica alla ragion pura” di Kant? Per questo motivo Pieri è stato in primo grado giustamente condannato. Purtroppo, sia nel processo in rito ordinario in primo grado che poi nei processi d’appello compreso quello al rito abbreviato, ha prevalso la tesi per cui, non sapendo cosa si siano detti nei vari contatti con le schede svizzere, non si può condannare nessuno. Oltretutto nel capo D, a parte questi contatti che ci sono stati con l’ausilio delle schede svizzere fra Moggi e Pieri, non risultano altri contatti in chiaro per cui, possiamo tranquillamente dire, che Pieri è stato giustamente condannato e giustamente assolto. Può sembrare un controsenso ma è così. Oltretutto non avrebbe avuto alcun senso condannare Pieri per il capo D nel processo in rito abbreviato mentre Moggi, nel rito ordinario, è stato assolto. Mi sembra quindi adesso giusto spendere due parole su cos’è il processo in rito abbreviato. Diciamo che l’iter processuale è composto da 4 fasi: indagini preliminari, udienza preliminare, dibattimento e appello. Nel momento in cui viene a mancare una di queste 4 fasi ci possiamo trovare di fronte ad un procedimento speciale. Nel rito abbreviato viene a mancare la fase dibattimentale perché il processo avviene di fronte al Giudice dell’Udienza Preliminare (GUP). Nel rito ordinario, invece, l’udienza preliminare fa da filtro, ossia serve solo a vagliare se le prove portate dall’accusa siano tali da sostenere una accusa in giudizio. Nel caso in cui non lo siano, il GUP dispone l’archiviazione. Mentre nel rito ordinario le prove vengono acquisite e discusse nel processo stesso (come è successo per le schede svizzere e la loro attribuzione), nel rito abbreviato le prove portate dall’accusa vengono date per buone. In cambio di questa maggiore speditezza processuale, l’imputato, in caso di condanna, ottiene lo sconto di un terzo della pena. Tornando al capo D rimane il dubbio su cosa si possano essere detti Moggi e Pieri nei vari contatti. Di cosa possono aver parlato? Certamente avranno parlato di filosofia orientale, non ne dubito, e, a quanto pare, questo signore, che adesso sta seduto di fronte alla moviola della trasmissione “Il processo del lunedì” condotta da Varriale, dove si permette lui, dopo aver arbitrato in maniera totalmente “imparziale e correttissima” Bologna Juve (le immagini sono su You Tube andate pure a vederle), di giudicare gli arbitri, ha denunciato De Cillis per falsa testimonianza nella speranza di far cadere una volta per tutte il teorema della schede svizzere. Falsa testimonianza di che cosa poi? Sul fatto che non è vera la versione del De Cillis, ossia che abbia lui portato i dati delle schede svizzere a Como ma è vero, come ha confermato del resto anche il maresciallo Nardone nella sua deposizione, che siano andati i carabinieri a Chiasso in Svizzera a prenderne i dati. C’è stato quindi che cosa? Un peccato veniale da parte di Nardone che ha fatto scrivere sul documento che invece sia stato il De Cillis a portare i dati a Como e non il contrario come aveva detto invece il De Cillis magari su espresso invito dei Carabinieri e in particolare di Nardone. Un peccato veniale che è servito per evitare eventuali problemi sulla mancata rogatoria ma che, punto primo, non inficia assolutamente la prova dell’esistenza delle schede svizzere fatte comprare da Bertolini per conto di Moggi nel negozio del De Cillis e usate da Moggi per comunicare con gli arbitri e che adesso sta inguaiando il mal capitato De Cillis e che, punto secondo, è stato già scoperto in primo grado nel processo ordinario. Nelle motivazioni del processo di primo grado a riguardo si legge che la mancata rogatoria non ha assolutamente violato la sovranità della Svizzera. Perché? Perché i carabinieri sono stati invitati nel negozio di Chiasso da De Cillis, non si sono presentati nel suo negozio a fare un sequestro probatorio. In tal caso ci sarebbe voluta la rogatoria internazionale, in questo caso no. Pieri, con simpatia, quando ti guardi allo specchio la mattina fattela qualche domanda, ti sei salvato perché siamo in Italia e non in Cina, qui in Italia c’è un processo penale molto garantista, per questo sei stato assolto. Perché non ti si può condannare al di la di ogni ragionevole dubbio. Che vuoi adesso dal De Cillis? Che cosa speri di ottenere denunciandolo per falsa testimonianza? Distruggere totalmente il teorema delle schede svizzere di modo tale che tu possa risultare, di fronte al mondo, al di sopra di ogni sospetto? Fallo, cosa vuoi che ti dica, sappi che per fare ciò, stai rovinando la vita a due onesti lavoratori, De Cillis e Nardone. Spero con tutto il cuore che tu non riesca nel tuo intento come sei riuscito a salvarti per il capo di imputazione I, Bologna Juve. Quest’ultimo caso presenta, oltretutto, delle peculiarità non indifferenti. In questo caso Pieri, come risulta dalle carte processuali, ebbe ben 17 contatti sia con Moggi che con il fido Fabiani, un contatto la notte dopo i sorteggi della partita di circa 10 minuti, un contatto il giorno prima della partita tra Pieri e Moggi, uno il giorno stesso della partita ed altri ancora la notte della partita. Questi contatti, unitamente al fatto che Moggi si adoperò affinché venisse salvata la prestazione dell’arbitro Pieri al processo di Biscardi, hanno portato da una parte alla condanna di Moggi e dall’altra all’assoluzione in appello di Pieri (in primo grado fu condannato) perché non si può condannare una persona sulla base dei semplici contatti senza sapere cosa si siano detti e soprattutto perché si è tenuto conto anche delle telefonate che l’arbitro ha avuto con Pairetto in cui si è mostrato dispiaciuto degli errori commessi pro Juve. Il tutto non ha senso, o si condannano tutti e due oppure non ha senso condannare Moggi che cerca di difendere al processo di Biscardi l’operato di Pieri se poi l’operato pro Juve di Pieri non è stato fatto da quest’ultimo su suggerimento di Moggi. Infatti i magistrati di Napoli hanno fatto ricorso in Cassazione alla assoluzione di Pieri oltre che a quella di Dondarini e di Rocchi. Tornando invece alla querela che ha fatto Pieri contro De Cillis, pare, leggendo una determinata pagina (indovinate quale) che “questo processo potrebbe aprire scenari estremamente interessanti perché, qualora De Cillis dovesse essere ritenuto colpevole, tutto il castello costruito intorno alle SIM svizzere di fatto cadrebbe inesorabilmente, perché la stessa attribuzione iniziale delle schede telefoniche ai vari imputati diverrebbe di fatto inattendibile”. Niente di più falso. La vostra è una mera illusione. Il fatto che De Cillis abbia mentito sul punto è già stato appurato in primo grado e non ha fatto cadere assolutamente il castello probatorio sulle schede svizzere comprate dal negozio di De Cillis e di cui Pieri, stando alle carte processuali, possedeva una delle prime nove comprate direttamente da Bertolini per conto di Moggi. Premettendo che il G.I.P. (Giudice delle Indagini Preliminari) deve ancora decidere se accettare la domanda del pubblico ministero e io spero che non l’accetti, le schede svizzere, ripeto, per lo meno sino ad oggi, non hanno condannato nessuno, servono solo per avvalorare le prove raccolte con le intercettazioni in chiaro che sono le uniche che hanno veramente contato sino ad ora insieme e soprattutto ai vari incontri che ci sono fra i designatori arbitrali, Moggi e Giraudo. Incontri a dir poco inopportuni che vanno a ledere la terzietà imparzialità del mondo arbitrale. Anche gli altri telefonavano, si lo sappiamo, non c’era l’esclusività dei rapporti, diciamo che Moggi e Giraudo avevano dei rapporti privilegiati rispetto agli altri. Diciamo che Moggi ha posto in essere delle turbative, si legge a pagina 146 della sentenza d’appello, “incidenti sulla correttezza e lealtà nella applicazione delle regole sportive, oltrepassando cioè quei limiti di contatto che pur possono esserci in ambiti sportivi ma mai mettendo in pericolo l’autonomia e garanzia di indipendenza di giudizio di organi come la figura arbitrale e conseguentemente di chi ha l’onore e l’onere di designarli”. Diciamo, quindi, che la Cassazione stabilirà una volta per tutte che cos’è un arbitro di gara, ossia se è giusto o no equipararlo ad un giudice e se è quindi giusto ciò che è scritto, per esempio, a pagina 103 della sentenza di appello:” la leggerezza ed apparente convivialità con cui avvenivano gli accordi per la designazione delle griglie fra personaggi come il Bergamo e il Moggi appare gravissima alla luce dell’evidente lesione del principio di terzietà che dovrebbe presiedere alla scelta di un direttore di gara che, in quanto tale, ricopre il ruolo di arbitro in ogni accezione (comparandolo sostanzialmente ad un giudice ordinario N.d.R.), ovvero secondo il principio di mantenere una equidistanza fra i contendenti che non deve mai venir meno”. Il principio che richiamano i giudici d’appello Apicella e Gentile è quello sancito al secondo comma dell’articolo 111 della costituzione italiana:”il giudice è terzo e imparziale”. In poche parole, l’arbitro è un giudice e, in quanto tale, non può avere rapporti con le parti ne lui e ne tantomeno i suoi superiori. Per spiegarla in maniera chiara, paragonando l’arbitro al giudice, l’imputato o il suo avvocato non possono poi uscire insieme o avere alcun altro genere di rapporto con il giudice che li deve giudicare. In caso contrario il giudice si deve astenere o può essere ricusato e quindi sostituito da altro giudice. Il principio di terzietà e imparzialità del giudice di gara è, oltretutto, ribadito anche al 3° comma dell’art. 33 dello Statuto del CONI. Adesso ci sarà la Cassazione che stabilirà se tutto ciò e giusto o no, staremo a vedere, io credo che sia giusto. Un altro motivo per cui è esperibile il ricorso di fronte alla Suprema Corte è la mancata assunzione di una prova decisiva, quando la parte ne ha fatto richiesta anche nel corso dell’istruzione dibattimentale, limitatamente ai casi previsti dall’art. 495 comma 2 ossia solo quando quella prova, a prescindere da quando viene proposta, confrontata con le ragioni addotte a sostegno della sentenza, risulti decisiva. Quali prove possono essere mancate ancora? Penso che fra primo grado e appello le abbiamo portate tutte. C’è ancora qualche telefonata nascosta di qualcun altro? Eppure che fosse? Ne ho già parlato abbondantemente in altri articoli, articoli che adesso su internet non trovate più ma che se voi vorrete potremmo anche ripubblicare, non c’è problema. Ad ogni modo il concetto è sempre lo stesso: il fatto che anche altri telefonassero o comunque facessero pressioni conta quanto il due di coppe a briscola. In questi giorni lo juventino medio si sta gasando con le notizie sul processo di diffamazione a carico di Moggi su querela esposta dal figlio di Facchetti. Sembra chissà cosa potrà cambiare nella vita sua, no non cambia niente. Non voglio entrare nel merito del processo Facchetti Junior – Moggi ma ci tengo a far notare una cosa: la relazione Palazzi che cos’è in fin dei conti? È un’accusa. Quali sarebbero le partite incriminate? Due, ossia Inter Juve e Cagliari Inter e sto esagerando. Supponiamo quindi il caso che l’Inter interessava al team di calciopoli, cosa sarebbe successo? Che nel processo penale ci sarebbero stati due capi di imputazione in più sempre che il GUP li avesse ritenuti validi. Premettendo e ripetendo, per chi non avesse mai letto un mio articolo in passato, che quando le telefonate di Facchetti sono state scoperte dal team di Nicola Penta i presunti reati (tutti da dimostrare ovviamente perché il processo non c’è mai stato) di Facchetti non erano ancora andati in prescrizione (per la giustizia ordinaria, sia chiaro, lo so benissimo che per la giustizia sportiva forse erano già andati in prescrizione, di sicuro la responsabilità della società Inter era già andata in prescrizione perché la responsabilità della società per il CGS allora vigente si prescriveva in due anni mentre la responsabilità dei tesserati in quattro) e quindi, se Facchetti fosse stato ancora vivo, si sarebbe potuto comunque formulare una imputazione penale nei suoi confronti, la domanda è una e una sola: che cosa cambia che mi dimostri che anche gli altri lo facevano? Niente. Vuoi portarci altre telefonate? Accomodati, la risposta te l’hanno già data i giudici di secondo grado citandoti un’altra sentenza della Cassazione, la Sentenza Penale n. 20095 del 26/02/2013 la quale ha sancito che la rinnovazione istruttoria in grado di appello si può fare “solo quando il giudice ritenga di non poter decidere allo stato degli atti, sussistendo tale impossibilità unicamente quando l’incombente richiesto sia decisivo, nel senso che lo stesso possa eliminare le eventuali incertezze ovvero sia di per se oggettivamente idoneo ad inficiare ogni altra risultanza” (Pag. 88 sentenza d’appello). In altre parole caro Moggi, che tu ci porti altre telefonate che non c’entrano niente con ciò che tu hai fatto non interessa a nessuno, se vuoi te lo ripeteranno anche in Cassazione, non c’è problema. Eh ma gli juventini rancorosi hanno ragione, è stato un complotto di cui intanto Facchetti non ne ha potuto rispondere perché è deceduto prima, che genio del male che è Facchetti, ha previsto pure la sua morte, alla faccia della Fazi e di Bergamo che invece non lo ritenevano uno tanto intelligente. Va bene dai, facciamoci una risata sopra! A mio parere l’unica nota stonata nella vicenda Calciopoli è che di certo l’Inter, alla luce di ciò che si è scoperto dopo, non doveva avere lo scudetto in omaggio ma pensare che, se fossero pervenute anche nel processo sportivo, le telefonate di Facchetti, la Juve sarebbe dovuta rimanere in Serie A mentre l’Inter doveva essere radiata è puro delirio. I motivi di questa mia affermazione sono molteplici. Innanzitutto la radiazione per illeciti disciplinari non è prevista nel nostro CGS, i capi di imputazione per cui avrebbe risposto eventualmente l’Inter per responsabilità diretta per cui è prevista anche la retrocessione all’ultimo posto sono due, lo ripetiamo, Inter Juve e Cagliari Inter, non sappiamo come sarebbe andato il processo ed io non ho sfere di cristallo ma vi invito a confrontarli con il numero dei capi di imputazione che hanno avuto la Lazio, la Fiorentina e la Juve che hanno risposto in sede sportiva per responsabilità diretta e a farvi due conti. Secondo me, il massimo che sarebbe potuto succedere era che lo scudetto sarebbe stato assegnato alla Roma e che l’Inter sarebbe partito con una penalizzazione minima forse inferiore a quelle che hanno avuto Lazio e Fiorentina. Avremo comunque modo di affrontare al meglio anche il processo sportivo. Tornando invece ai possibili motivi per cui è esperibile il ricorso in Cassazione, un altro possibile motivo di ricorso sempre ai sensi dell’art. 606 del C.p.p. è la mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione, quando il vizio risulti dal testo del provvedimento impugnato ovvero da altri atti del processo specificamente indicati nei motivi di gravame. Tralasciando per una attimo la mancanza di motivazione ci terrei invece a soffermarmi sulla contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione. Bene, questo è il caso di Dattilo che viene condannato perché fa un “casino” (così Fabio Baldas a Luciano Moggi) in Udinese Brescia ed espelle Jankulowsky,“un rompica..o in meno”(così Moggi a Giraudo), e la scheda svizzera la riceve poi due mesi dopo e nella realtà dei fatti, dal momento in cui la riceve, non fa danni di alcun genere in favore della Juve. In particolare nel capo B è buffa nonché illogica la storia che l’arbitro avrebbe potuto non espellere Jankulowky nonostante la segnalazione del pugno fatta dal guardalinee perché non è vero. Quindi alla fin della fiera a Dattilo, dato che comunque riceve la scheda svizzera, gli si potrebbe al più contestare il fatto che comunque sia stato un associato ma, ammettendo che fosse vera questa cosa, ha fatto parte dell’associazione senza mai fare niente per essa. Alla stessa maniera potrebbe essere il caso del capo I dove appunto, come ho detto prima, Moggi è stato condannato e invece Pieri è stato assolto il che è illogico perché, lo ripeto, o si condannano entrambi per il capo I o li si assolvono. Condannare Moggi perché ha dei contatti con Pieri per la partita Bologna Juve e poi lo difende nel “Processo di Biscardi” ritenendo quindi che Pieri abbia agito su suggerimento di Moggi e poi assolvere Pieri nel rito abbreviato non ha senso, è illogico. Staremo a vedere quello che diranno i giudici. Chiudiamo il nostro discorso citando, giusto per dovere di cronaca, la mancanza di motivazione come possibile motivo di ricorso in Cassazione. Come ho avuto più volte modo di ripetere, il giudice vaglia le prove che portano le parti e sulla base del proprio libero autoconvincimento emette la sentenza e nelle motivazioni spiega i motivi per cui ha accolto determinate prove e ha considerato magari non veritiere o comunque non rilevanti altre. Si ha quindi mancanza di motivazione quando non si motiva quello che si è deciso, o, si motiva meno di quello che si è deciso. Ciò ricorre:
- Totale mancanza grafica.
- La motivazione tace su un capo decisivo del processo.
- La motivazione non tratta un punto decisivo del processo.
- La motivazione non risponde ad una richiesta delle parti decisiva ai fini del giudizio.
Sono cose che a noi non interessano, le sentenze di Calciopoli, quelle che ho letto, mi sembrano tutte sufficientemente motivate. Fatta questa disquisizione sui motivi per cui può essere esperibile il ricorso in cassazione, possiamo quindi passare ad analizzare la procedura che si ha di fronte alla Corte di Cassazione. Cominciamo con il dire che anche dinnanzi ad essa compare la fase in cui vengono compiuti gli atti preliminari. Il primo compito che ha il Presidente della Corte di Cassazione e che riguarda appunto gli atti preliminari, è rilevare se ci siano cause di inammissibilità dei ricorsi. In tal caso, ai sensi dell’art. 610 C.p.p., il Presidente della Corte di Cassazione, se rileva appunto una causa di inammissibilità dei ricorsi, li assegna ad apposita sezione il cui presidente fissa la data della decisione in camera di consiglio. Che cos’è la camera di consiglio? Niente, è una stanza a parte dove si riuniscono i giudici senza la presenza del pubblico a differenza delle udienze che sono appunto definite pubbliche perché chiunque può andare ad assistervi. Poi, se volete maggiori chiarimenti, andatevi a cercare l’art. 127 del C.p.p. Tornando a noi, la cancelleria del tribunale dà comunicazione del deposito degli atti e della data dell’udienza al Procuratore Generale ed ai difensori almeno 30 giorni prima indicando se il ricorso sarà deciso a seguito di udienza pubblica o in camera di consiglio. Se il Presidente rimette gli atti alla sezione deputata a vagliare l’inammissibilità del ricorso, il relativo avviso contiene l‘enunciazione della causa di inammissibilità rilevata. Se non viene dichiarata l’inammissibilità, gli atti sono rimessi al Presidente della Corte che provvede alla assegnazione dei ricorsi alle singole sezioni competenti per materia. Su richieste delle parti o anche di ufficio il Presidente potrà assegnare il ricorso anche alle Sezioni Unite quando le questioni sono di particolare importanza o occorre dirimere contrasti sorti precedentemente fra le decisioni delle singole sezioni. In ultimo il Presidente della Sezione o il Presidente della Corte, fissa la data per la trattazione del ricorso in udienza pubblica o in camera di consiglio e designa un relatore. La Corte di Cassazione procede in camera di consiglio quando deve decidere su ogni ricorso contro provvedimenti non emessi nel dibattimento. Per esempio, in camera di consiglio, si potrà decidere se annullare o meno le prove delle intercettazione dei contatti avvenuti su suolo italico senza la rogatoria internazionale. La giunta della Corte, in camera di consiglio, esamina i motivi e le richieste delle parti senza l’intervento dei difensori. Le parti possono presentare fino a 15 giorni prima memorie e motivi nuovi e fino a 5 giorni prima memorie di replica. Nel caso di udienza pubblica, le parti non sono citate perché possono comparire per mezzo dei loro difensori. In altre parole Moggi può anche non presentarsi in udienza pubblica di fronte alla Corte di Cassazione perché non serve più sentirlo, oramai quello che ha da dire lo ha già detto e in Cassazione, lo ripeto, non si va ad analizzare di nuovo il fatto specifico ma semplicemente si stabilisce se siano state rispettate e applicate in maniera corretta sia le norme sostanziali ossia quelle contenute nel Codice penale, che le norme procedurali ossia quelle contenute nel Codice di procedura penale. Il primo atto del Presidente in udienza pubblica è la verifica della costituzione delle parti e della regolarità degli avvisi di cui ne da atto a verbale. Dopo di che il Presidente della Corte o un consigliere da lui delegato fa la relazione della causa. Dopo la requisitoria del P.M., le altre parti espongono le loro difese. Non sono ammesse repliche. Terminata l’udienza la Corte di Cassazione delibera in camera di consiglio potendo concludere con una sentenza di inammissibilità, di rigetto, di rettificazione o di annullamento. La corte dichiara inammissibile il ricorso quando: accerta una causa di inammissibilità che non era stata precedentemente dichiarata in camera di consiglio. In seguito a tale provvedimento, la parte privata che ha inoltrato il ricorso è condannata al pagamento delle spese del procedimento ed a una somma da versare alla cassa delle ammende salvo che la causa di inammissibilità si sia verificata senza sua colpa. Stessa sorte tocca alla parte privata nel caso in cui il ricorso venga rigettato perché infondato; in questo caso però il pagamento di una somma in favore della cassa delle ammende è previsto solo eccezionalmente. La corte pronuncia sentenza di annullamento quando accoglie uno o più motivi di ricorso. La sentenza di annullamento può essere sia con rinvio nei casi in cui è necessario un nuovo giudizio che senza quando manca tale necessità. Ai sensi dell’art. 620 C.p.p. la legge pronuncia sentenza di annullamento senza rinvio quando:
- Il fatto non è previsto dalla legge come reato, il reato è estinto per prescrizione o se l’azione penale non doveva essere iniziata o proseguita perché si trattava, per esempio, di un reato perseguibile a querela di parte e non di ufficio ma non è il caso nostro.
- Il reato non appartiene alla giurisdizione del giudice ordinario e, in tal caso, la corte dispone che gli atti siano trasmessi all’autorità competente che essa designa.
- Il provvedimento impugnato contiene disposizioni che eccedono i poteri della giurisdizione, limitatamente alle medesime.
- La decisione impugnata consiste in un provvedimento non consentito dalla legge.
- La sentenza è nulla a norma e nei limiti dell’art. 522 C.p.p. in relazione a un reato concorrente (la sentenza di condanna pronunciata per un fatto nuovo emerso durante il dibattimento, per un reato concorrente o per una circostanza aggravante senza che siano state osservate le disposizioni degli articoli dal 516 al 521 bis è nulla soltanto nella parte relativa al fatto nuovo, al reato concorrente o alla circostanza aggravante. Sono cose che a noi non interessano perché non sono successe nel processo Calciopoli e che metto per dovere di cronaca) in tal caso la corte dispone che sia data notizia al P.M. per le sue determinazioni.
- Se la sentenza è nulla a norma e nei limiti dell’art. 522 c.p.p. in relazione ad un fatto nuovo (come sopra).
- Se la condanna è stata pronunciata per errore di persona(non ci interessa assolutamente).
- Se vi è contraddizione fra la sentenza o l’ordinanza (è quell’atto con cui il giudice risolve singole questioni giudiziali, anch’essa deve essere motivata e può essere revocata da parte del giudice che l’ha emessa) impugnata e un’altra anteriore concernente la stessa persona e il medesimo oggetto, pronunciata dallo stesso o da altro giudice penale. In tal caso la Cassazione ordina l’esecuzione della prima sentenza o ordinanza ma, se si tratta di sentenza di condanna, ordina l’esecuzione della sentenza che ha inflitto la condanna meno grave.
- Se la sentenza impugnata ha deciso in secondo grado su materia per la quale non è ammesso l’appello, è il caso, ad esempio, del patteggiamento che ovviamente non si può appellare.
- In ogni altro caso in cui la corte ritiene superfluo il rinvio ovvero può essa medesima procedere alla determinazione della pena o dare i provvedimenti necessari
Ai sensi dell’art. 623 C.p.p. la corte emette sentenza di annullamento con rinvio:
- Se è annullata una ordinanza, la corte di cassazione dispone che gli atti siano trasmessi al giudice che l’ha pronunciata, il quale provvede uniformandosi alla sentenza di annullamento.
- Se è annullata una sentenza di condanna la corte dispone che sia rinviata al giudice di primo grado.
- Se è annullata la sentenza di una corte di assise di appello o di una corte di appello, ovvero di una corte di assise o di un tribunale in composizione collegiale, il giudizio è rinviato rispettivamente a un’altra sezione della stessa corte o dello stesso tribunale o, in mancanza, alla corte o al tribunale più vicini.
- Se è annullata la sentenza di un tribunale monocratico o di un giudice per le indagini preliminari, la Corte di Cassazione dispone che gli atti siano trasmessi al medesimo tribunale, tuttavia il giudice deve essere diverso da quello che ha pronunciato la sentenza annullata
Ai sensi dell’art 624 C.p.p. se l’annullamento non è pronunciato per tutte le disposizioni della sentenza, questa ha autorità di cosa giudicata nelle parti che non hanno connessione essenziale con la parte annullata. La Corte di Cassazione, quando occorre, dichiara nel dispositivo quali parti della sentenza diventano irrevocabili. L’omissione di tale dichiarazione è riparata dalla Corte stessa in camera di consiglio con ordinanza che deve trascriversi in margine o in fine della sentenza e di ogni copia di essa posteriormente rilasciata. L’ordinanza può essere pronunciata d’ufficio ovvero su domanda del giudice competente per il rinvio, del pubblico ministero presso il medesimo giudice o della parte interessata. La domanda si propone senza formalità. La corte di cassazione provvede in camera di consiglio. Nel caso di sentenza con rinvio il giudice investito dal giudizio di cassazione deve uniformarsi alla sentenza della cassazione il cui indirizzo è inderogabile. A riguardo cercherò di fare un esempio pratico, la sentenza di Cassazione sul caso doping sempre sulla Juve. Se non fosse intervenuta la prescrizione, nel giudizio di rinvio, il giudice sarebbe dovuto partire dal presupposto base che l’abuso di farmaci leciti somministrati in modalità off label ricadeva nella fattispecie della “frode sportiva” e di conseguenza avrebbe dovuto condannare. Spero di essere stato sufficientemente esauriente, vi auguro una buona giornata, a voi i commenti.
franctosc ha detto:
Benvenuto nel mondo dei blogger, Rug, passo subito al dunque perchè ci tengo ad essere il primo a commentare.
“Non c’è proprio niente da contestare nelle sentenze di Calciopoli”… a parte Dattilo, a parte Pieri… e vabbé.
Comunque la questione del De Cillis forse non l’hai ancora inquadrata nella maniera giusta. Ovviamente i dati sui contatti tra schede non li ha dati lui ai carabinieri, li hanno dati le compagnie. Lui ha dato (o meglio avrebbe dato) ai carabinieri l’elenco delle 9 schede che avrebbe venduto a Moggi intestandole al padre Teodosio. Il punto nevralgico della testimonianza De Cillis non è tanto se sono andati in Svizzera o no (qui Nardone l’ha fregato, e pensare che lui voleva proteggere i cc da problemi per la mancata rogatoria), il problema è da dove salta fuori l’elenco delle nove schede da cui parte tutta la ricostruzione delle svizzere? Se ti rivedi la testimonianza di De Cillis vedi che lui su questo punto è un po’ confuso; vedremo che succederà.
Su Pieri, lui non ha mai ammesso il possesso della sim e il metodo Di Laroni comunque non consente certezze assolute, quindi io se fossi in te sarei più prudente. A me lo stesso fatto che Pieri, invece di accontentarsi dell’assoluzione, sia lì a cercare una riscossa dà molto da pensare.
Su Facchetti, difficile ipotizzare quanti capi d’imputazione gli sarebbero costate le telefonate portate alla luce dalla difesa Moggi; qualche volta dovremo leggerci con calma e per bene questa benedetta relazione di Palazzi. Secondo me sulla base di quello che scrive Palazzi si sarebbe potuta contestare anche l’associazione a delinquere Facchetti-Moratti-Bergamo-Pairetto… che ne dici di questo?
Infine ti chiedo se puoi spiegare, magari però in un altro articolo successivo, il funzionamento della prescrizione al momento della Cassazione, visto che molti cominciano a parlare del fatto che tutto finirà con la prescrizione.
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Rug ha detto:
Ma, da quel che ne so, è stata la procura di Napoli a ricorrere in Cassazione contro l’assoluzione di Pieri, per il resto si, mi dovrò tappare il naso e studiarmi la relazione Palazzi, francamente mi viene il vomito solo a pensarci. Il funzionamento della prescrizione al momento della Cassazione? è molto più semplice di quanto tu possa pensare.
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Claudio Nannetti ha detto:
Su Pieri dici “…sappi che per fare ciò, stai rovinando la vita a due onesti lavoratori, De Cillis e Nardone” frase che possiamo appioppare ad Auricchio e Narducci sostituendo le “vittime”. Pieri subisce un’inchiesta penale (colpevole o no, non importa) i due sopra la dirigono, costruiscono, orientano un po’ come pare a loro. Mi pare molto più grave e molto più pesante se proprio dovessi convivere con una coscienza. De Cillis: vende centinaia di sim svizzere e del Lichtenstein ma quelle se le ricorda, se le annota. Possibile, certo, ma perchè? Vedremo, in ogni caso non cambierà nulla, l’eventuale prescrizione non cancellerà niente nelle menti della gente.
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Rug ha detto:
De CIllis si annota tutto ciò che vende, anche a me pare strano nel senso che io non lo farei mai ma è così. Per il resto non so come devo fare per togliere la moderazione che fra di noi è inutile.
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franctosc ha detto:
Rug stai sereno, Palazzi non è nè di Giulemani nè di ju29ro, almeno questo lo devi ammettere. Ha fatto i tuoi stessi studi, poi tu li avrai fatti meglio, per carità…
Comunque state attenti, ritorno, al de Cillis. Per quanto riguarda le schede, l’unica cosa certa è che esistono e che sono intestate a Teodosio De Cillis. Come si collegano queste schede a Moggi? Si collegano per il fatto che De Cillis attesta ai carabinieri di averle vendute a Moggi (tramite il Bartolini), ma a questo non ci sono riscontri; è solo la parola del De Cillis che collega quelle schede a Moggi. Per questo se l’uomo che è fondamentale per fare questo collegamento viene indagato per falsa testimonianza, la cosa è potenzialmente dirompente.
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Rug ha detto:
Ma, non so che dirti, se lo fosse anche Bartolini forse il tutto avrebbe un senso. Io non metto in dubbio la competenza di Palazzi, è che l’ultimo processo ad un cadavere si è fatto nell’anno di grazia 800 (più o meno). Fare un processo a Facchetti più o meno come lo si può fare a Hitler (anche lui non è mai stato processato e non ha mai avuto la possibilità di difendersi), da morto è, a mio parere, ripugnante. E’ per questo che mi sono sempre rifiutato di leggere la relazione Palazzi.
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bjh ha detto:
” il ladro che mette assegno 10 colpi “. semmai gli assegni li porta via :-))))
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Rug ha detto:
Non capisco cosa vuoi dire
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bjh ha detto:
si non si capisce perchè mancava il post da cui l’ho estratta che avevo postato da claudio e rimetto qui sotto
“Il tutto in totale dispregio dei principi di terzietà e imparzialità che, tra l’altro, sono ribaditi anche all’articolo 40 del regolamento AIA (Associazione Italiana Arbitri) che stabilisce che:”gli arbitri sono tenuti a svolgere le proprie funzioni con lealtà sportiva, in osservanza dei principi di terzietà, imparzialità ed indipendenza di giudizio, nonché comportarsi in ogni rapporto comunque riferibile all’attività sportiva con trasparenza, correttezza e probità”. Questo discorso vale ovviamente anche per chi ha il dovere di designare ed istruire gli arbitri.”
Rug, l’ultima parte è una tua aggiunta, che ovviamente condivido ma affatto scontata e per nulla compresa in quanto scritto nell’art 40. se l’arbitro è bravo e imparziale il designatore può fare quel che gli pare e non otterrà mai nulla. Il designatore, se “corrotto” può al più individuare arbitri che da arbitraggi passati si desume siano più a favore di una delle contendenti.
Nel sistema cosiddetto Moggi se escludi le svizzere non c’è nessuna richiesta in tal senso e c’è semmai il pessimo e deprecabile ficcanasismo interessato in materia che dovrebbe essere esclusiva del designatore. La circolare n 7 non so se era contro legge dato che non l’ho letta….il parlare informalmente poteva significare semplicemente che eventuali lagnanze dovevano essere fatte al designatore e non all’arbitro prima , dopo o durante la partita. Certamente è circolare ambigua ma mi chiedo come mai nessuno l’abbia contestata se era contro legge….vuoi vedere che faceva comodo a molti?
“A cos’altro possono essere serviti se no? Per parlare di filosofia orientale? Per disquisire riguardo alla “Critica alla ragion pura” di Kant? ”
A procurar dolci donzelle? non lo so , non lo sapremo mai ed è strano che mentre fai pelo e contropelo alla difesa di Moggi perchè non ha chiesto rogatorie, tabulati ecc non fai altrettanto con chi ha lasciato o dice d’aver lasciato inascoltate le svizzere….ti ricordo che la scusa era che le schede cambiavano in continuazione….peccato che dagli schemi postati da Claudio le schede durano anche parecchi mesi.
Se invece parliamo di buon senso e non di prove certe, per cui è palese che chiamare gli arbitri non servisse a disquisizioni filosofiche come è palese che pirelli non spiava arbitri e dirigenza juve per paura di una scalata al gruppo quotato in borsa è anche molto strano pensare che gente che nelle informative ha messo balle ossia cose assolutamente false copiaincollate da gazzetta e compagnia si sia poi fatta scrupoli a fare intercettazioni senza autorizzazione per sapere se era il caso di andare avanti su quella strada.
“Fallo, cosa vuoi che ti dica, sappi che per fare ciò, stai rovinando la vita a due onesti lavoratori, De Cillis e Nardone. ”
Rug scusa ma non capisco, a volte per te la legge deve essere seguita alla lettera, a volte poi ci passi sopra. Pieri fino a prova contraria è un onesto lavoratore come i due di cui sopra….se guardiamo oltre le prove non garantirei sull’onestà di nessuno….nemmeno quella dei due citati. Se non c’è alcuna violazione ecc ecc mi dici cos’han da temere Nardone e de cillis. Concordo con te che sarebbe assurdo storpiare la logica in favore di una correttezza formale basata su un cavillo ma se la legge è anteposta alla logica allora non possiamo sovvertire tale ordine solo in favore di chi ci torna più simpatico anche se è la persona più onesta del mondo….altrimenti dove sta l’imparzialità del giudice?
“Il tutto non ha senso, o si condannano tutti e due oppure non ha senso condannare Moggi che cerca di difendere al processo di Biscardi l’operato di Pieri se poi l’operato pro Juve di Pieri non è stato fatto da quest’ultimo su suggerimento di Moggi.”
su questo non concordo. Un arbitro favorisce involontariamente la mia squadra. L’arbitro viene massacrato…io chiamo un ruffiano che conduce una trasmissione tv e gli chiedo di difendere quell’arbitro ma non per difendere lui di cui non me ne frega una cippa ma per difendere in parte il suo operato cercando di far passare per corrette decisioni sbagliate e difendere così la mia squadra che da tale arbitraggio risulta favorita. Puoi condannare me perchè ho chiamato Bergamo o pairetto caldeggiando quell’arbitro ma senza le svizzere in chiaro non puoi esser certo che quell’arbitro sia mio complice.
“Anche gli altri telefonavano, si lo sappiamo, non c’era l’esclusività dei rapporti, diciamo che Moggi e Giraudo avevano dei rapporti privilegiati rispetto agli altri. Diciamo che Moggi ha posto in essere delle turbative, si legge a pagina 146 della sentenza d’appello, “incidenti sulla correttezza e lealtà nella applicazione delle regole sportive, oltrepassando cioè quei limiti di contatto che pur possono esserci in ambiti sportivi ma mai mettendo in pericolo l’autonomia e garanzia di indipendenza di giudizio di organi come la figura arbitrale e conseguentemente di chi ha l’onore e l’onere di designarli”.”
e quali sarebbero i limiti rispettati?…quelli in cui si chiede di taroccare una griglia in modo esplicito? quelli in cui si va a cena da Bergamo senza che Auricchio e i supereroi se ne accorgano? quelle in cui si chiamano gli arbitri che non si possono chiamare? quelle in cui si va negli spogliatoi a far pressioni?
Sappiamo che tu ritieni gli altri meno colpevoli e su questo non siamo molto in accordo dato che il principio fondamentale della terzietà tutti lo mettevano sotto i piedi allo stesso modo….non possiamo condannare all’ergastolo il ladro che mette assegno 10 colpi in banca e assolvere chi quei 10 colpi li tenta fallendoli….che mi risulti, non esiste l’aggravante per bravura nel furto.
Condanniamoli tutti e ripartiamo da zero. Ovvio che se qualcuno ha operato con più costanza la condanna sarà maggiore ma la condanna deve essere per tutti senza se e senza ma.
“A mio parere l’unica nota stonata nella vicenda Calciopoli è che di certo l’Inter, alla luce di ciò che si è scoperto dopo, non doveva avere lo scudetto in omaggio ”
e dici poco? cambiavano un sacco di cose….io direi che ci stava anche una penalizzazione in termini di punti nella stagione successiva….la sola telefonata in cui Facchetti chiede di taroccare una griglia vale il prezzo del biglietto per rischio serie B ma visto in mondo in cui si operava direi che qualche punto di penalizzazione è più in linea col buonismo avuto in vicende passate. In quel caso comunque non c’è difesa che tenga a meno che si dimostri che era un imitatore a chiamare. Ribadisco che in dubbio non c’è l’onore di facchetti che per me non è in discussione, è in discussione un mondo fatto di non regole, quello del calcio in cui Facchetti suo malgrado ha dovuto operare.
Portare altri casi è palese che non cambia la gravità di quanto fatto da moggi…semmai mette in luce la gravissima responsabilità di chi non ha visto o ha fatto finta di non vedere al di là di moggi, responsabilità pari (superiore nel caso abbiano fatto finta di non vedere) a quella di tre fenomeni che mettono in una sentenza una telefonata che manco hanno ascoltato.Se chi deve far rispettare la legge opera così siamo messi davvero male. Portare altre telefonate è in ogni caso servito a far vedere che parecchie delle cose uscite nel 2006 erano balle o esagerazioni….prima tra tutte quella dell’esclusività di rapporti che è base della condanna alla serie B…..esclusività in senso di unicità che adesso vien fatta passare per unicità nel senso di “diversità” per mettere una toppa alla falla creatasi…..un po’ come la barzelletta che ha vinto 8 edizioni consecutive di “la sai l’ultima” del tale che dice “piaccia o non piaccia non ci sono chiamate ecc ecc” e quando le chiamate si trovano dice ” intendevo chiamate penalmente rilevanti”…. l’unico ad insidiarlo è quello che mette i tabellini della gazzetta (noto giornale imparziale) tra le prove d’accusa senza verificare che siano corretti. Roba che dovrebbe far accapponar la pelle a chiunque nomini la parola giustizia…..figuriamoci a chi pretende di farne principio cardine anche nello sport..
Chiudo col caso Dattilo. Come temevo vedo che la telefonata che condanna Dattilo non può essere rimessa in discussione in cassazione. Tu citi altro motivo per cui potrebbe essere assolto ma se così non fosse saremmo all’assurdo …una telefonata in cui sparisce una parola chiave per capirne il senso, diventa prova regina di un reato.
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franctosc ha detto:
Attento Rug. Bertolini ha acquistato delle schede da De Cillis, ma il punto non è questo. Il punto è se le schede acquistate sono esattamente quelle che poi i carabinieri assegnano secondo il metodo Di Laroni. Questo collegamento si basa solo sulla testimonianza di De Cillis, perchè Bertolini certo non si può ricordare a memoria tutti i numeri delle schede acquistate, invece De Cillis fornisce questo elenco in cui ci sono i numeri di telefono delle nove schede.
Vedi il punto della sua deposizione in cui parla di questo elenco (si tratta di un foglio stampato al computer, con il timbro del negozio e la firma di De Cillis):
Avv. Prioreschi: Questa lista l’ha stampata in Svizzera o l’ha stampata in caserma?
De Cillis: Io ho preso dei numeri non ho stampato nessuna lista, ho scritto a mano dei numeri di telefono che poi i carabinieri…
Presidente Casoria: Avvocato. sono particolari insignificanti.
Avv. Prioreschi: Non sono particolari insignificanti, presidente, poi Le spiego perché…
Presidente Casoria: E sì, ha spiegato, nel momento in cui ho depositato il…
De Cillis: Io non ho stampato nessuna lista.
Avv. Prioreschi: Voglio capire, lui viene interrogato, allegato al verbale c’è una lista che è questa che è scritta al computer, voglio solo sapere se questa lista l’aveva già portata con sé e quindi come si fa di solito se uno porta un appunto si allega al verbale o se questa lista è stata stampata lì per lì alla fine del verbale, lui ha preso i numeri dal quaderno ed i carabinieri hanno stampato, volevo sapere questo
Presidente Casoria: L’avvocato voleva sapere se Lei se l’è portata da Chiasso o l’ha fatta là?
De Cillis: Adesso non ricordo, però i numeri non me li sono inventati.
Avv. Prioreschi: Ma io non dico questo, voglio solo sapere se la lista l’ha portata prima o l’ha stampata lì per lì.
De Cillis: Ma nessuna lista era stato scritto tutto su un pezzo di carta a mano, adesso non lo so.
Presidente Casoria: E poi l’hanno stampata i carabinieri?
De Cillis: Questo non lo so.
Avv. Prioreschi: Allegata e firmata da Lei.
De Cillis: Certo.
Avv. Prioreschi: E’ stampata a mano o iscritta al computer?
De Cillis: Al computer questa.
Avv. Prioreschi: Ecco questa l’ha portata o l’ha stampata lì? Mica che è difficile!
De Cillis: L’ho portata.
Avv. Prioreschi: L’ha portata, già fatta?
De Cillis: No, non nel momento della deposizione, in un secondo momento questa, ok?
Avv. Prioreschi: Ma questa è allegata al verbale.
De Cillis: Sicuramente sarà stata allegata dopo.
Presidente Casoria: Ma nel verbale è menzionata, dice si dà atto…
Avv. Prioreschi: Dice si dà atto che il signor de Cillis produceva un elenco di tutte le carte sim da lui intestate a suo padre con la data di attivazione le quali sono state vendute tutte al Bertolini, collaboratore di Moggi
Prima dice che non l’ha portata lui, poi dice che i numeri non se li è inventati (che poi è un classico caso di excusatio non petita…), poi dice invece che l’ha portata lui, ma non nel momento della deposizione bensì in un secondo momento. Qualche confusione la fa, insomma, nello spiegare da dove vengono questi numeri che stanno alla base di tutto il metodo Di Laroni.
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Felix Arpino ha detto:
Esatto, Francesco. Non tutte le schede svizzere in giro per l’Italia sono state acquistate da Moggi. Se si crede al De Cillis, sappiamo che nove schede sono state sicuramente acquistate da Bertolini per conto di Moggi. Di queste nove, due sono state attribuite a Moggi, una a Bergamo, una a Pairetto, una a Paparesta padre e le quattro rimanenti a quattro arbitri: Pieri, Racalbuto, Cassarà e Dattilo. Ma la scheda attribuita a Bertini? Sappiamo a chi è intestata? E quella di De Santis?
Se De Cillis verrà condannato per falsa testimonianza, evidentemente sarebbe un testimone inattendibile. Inattendibile su tutto, non solo sulla parte in cui nega che i carabinieri sono andati a Chisso (perché mente?). Perciò verrebbe meno la prova determinante per l’esistenza dell’associazione e cioè la consegna da parte di Moggi di schede telefoniche agli arbitri. Questo credo sia la conseguenza processuale che seguirebbe, se De Cillis sarà rinviato a giudizio e condannato. Per quanto riguarda la verità storica, non saprei. Magari De Cillis dice la verità sulle nove schede e mente solo sul luogo di consegna dell’elenco. Non lo sappiamo. Spero che tra qualche anno – quando i processi saranno terminati – qualche imputato deciderà di parlare e raccontare come sono andate le cose.
Rug, dici che l’arbitro è come un giudice e non deve avere rapporti telefonici con le parti. Sono più che d’accordo. Moggi sbagliava a chiamare arbitri e designatori, lo stesso dicasi per Meani, Della Valle, Foti e Lotito. Erano relazioni poco decorose e poco corrette, che hanno, secondo me, l’attenuante di essere diffuse. Non c’era un solo reticolo, ma una serie di reticoli; non c’era un sistema, ma un’atmosfera inquinata. Comunque, quando dici che è vietato interloquire con gli arbitri (soprattutto per l’ordinamento sportivo), non dimenticarti che sono emerse tante altre telefonate a Napoli, clamorosamente accantonate (ed uso un termine benevolo) dagli inquirenti. Meani che parla con De Santis prima di Fiorentina – Milan, l’avete sentita? Obiettivamente è una delle telefonate più gravi che io abbia sentito. Eppure non c’è capo d’imputazione. Come mai? Eppure era stata segnalata con tre baffi rossi e quindi sentita dal carabiniere.
Quello che contesto è che l’inchiesta non è stata a trecentosessanta gradi. E già che ci siamo, parliamo delle telefonate tra Facchetti e De Santis? Perché il presidente interista non aveva solo contatti con Mazzei, Pairetto e Bergamo. Che io ricordi, non si dicevano nulla di irregolare, però erano rapporti che non ci dovevano essere. Avere contatti con arbitri in attività non era consentito. Non era consentito per Moggi, ma nemmeno per Meani e per Facchetti. E nemmeno per Foschi.
La selezione totalmente arbitraria delle telefonate da includere nell’inchiesta fatta da Auricchio è quella che è giunta alla giustizia sportiva, che ha dato luogo a un processo parziale e che si basa su una serie di presupposti che sono miseramente caduti durante il dibattimento a Napoli. Quella sentenza (sportiva) va riformulata. Questo è ciò che contesto: il doppiopesismo dell’indagine. Tutte le telefonate sono emerse perché un imputato ricco (che ha sbagliato quanto volete) si è potuto permettere di fare una controinchiesta. Questa è la cosa preoccupante (oltre al fatto che un PM venga clamorosamente smentito in aula, riguardo al piaccia o non piaccia). Un’altra cosa: noi conosciamo le telefonate di De Santis con Meani e Facchetti perché era l’arbitro ad essere intercettato. Ma non sapremo mai se, dico per dire, Campedelli si sentiva con Rosetti, se Galliani si sentiva con Collina (almeno in un’occasione è successo) o se Moratti chiamava Trefoloni. Perché non lo sappiamo? Perché, ripeto per l’ennesima volta, si è perseguita una sola squadra e i misfatti di Moggi. E questo non lo dico io, ma la Casoria nella sentenza, se ben ricordate.
Un’ultima osservazione (che Rug mi contesta e spero chiarisca) sulla prescrizione. Da quel che mi risulta, a meno che il procuratore generale non riesca a dimostrare che l’associazione si è protratta fino alla fine del campionato 2005/06 e quindi fino a maggio 2006, il reato per chi è considerato promotore dell’associazione per delinquere è prescritto: si prescrive in 8 anni e 9 mesi. Quindi da maggio 2005 si arriverebbe a febbraio 2014 e la Cassazione valuterà a gennaio 2015.
La cosa interessante riguarderebbe Dattilo, Bertini e De Santis che hanno rinunciato alla prescrizione in appello. Se le loro condanne venissero annullate con rinvio, subirebbero un altro processo.
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franctosc ha detto:
Secondo punto. Purtroppo si fa sempre una confusione. Infatti la relazione di Palazzi non è una relazione sull’uomo Giacinto Facchetti, ma una relazione sulla società Inter. La strategia difensiva dell’Inter è sempre stata quella di nascondersi dietro il fatto che Facchetti è morto, ma non c’entra nulla, le responsabilità societarie rimangono in piedi, l’Inter non è morta e l’Inter si poteva processare. Allora seguendo il tuo ragionamento se Moggi moriva a luglio 2006 dovevano lasciare la Juve in A e lasciarle gli scudetti?
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Rug ha detto:
Tutto il discorso che hai fatto su De Cillis ecc. ecc. è notorio, l’ho sentito su Radio Radicale, si lo sappiamo che hanno mentito sul punto bla bla bla, se ne sono accorti già in primo grado e il giudice Casoria ha detto che la rogatoria bla bla bla. A parte rovinare la fedina penale a De Cillis, cosa ti cambia? La relazione Palazzi è più forte di me, mentre il processo sportivo “passaportopoli” me lo sono studiato e trattato nella tesi, la relazione Palazzi sarà anche un processo all’Inter ma l’Inter risponde in via diretta dell’operato di Facchetti che non si può difendere perché è già deceduto. E’ terribile questa cosa. Su cosa e come si sarebbe dovuto difendere l’Inter se il responsabile è deceduto? Per quanto riguarda il “se Moggi moriva nel luglio del 2006” è probabile, io che ne so.
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Rug ha detto:
Felix, sul fatto che le indagini sono state parziali lo sappiamo, è scritto anche nella sentenza Casoria. Ti ripeto, De Cillis mente sul punto forse per ovviare alla mancata rogatoria non fatta dai carabinieri, ma è un punto che non si è rivelato decisivo, d’accordo con te sul fatto che non c’è l’associazione ma che c’era un tutto che non andava. E adesso come va? non lo so. La prescrizione? aspettiamo il processo, vediamo come va a finire e poi magari parliamo. Poi alla prescrizione si può sempre rinunciare, che io sappia. Ci sono un mare di cose di cui parlare.
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franctosc ha detto:
Rug certe volte ho l’impressione che tu fai finta di non capire. A me della rogatoria non me ne frega niente, se sono andati o no in Svizzera nemmeno.
Il tema è: allegato agli atti c’è un foglio stampato al computer e firmato dal de cillis in cui ci stanno i numeri di telefono di nove schede svizzere, e l’affermazione che quelle schede sono intestate al padre di de cillis e che sono state vendute al bertolini in data x (non ricordo). Senza quel foglio non esiste collegamento tra le schede svizzere e Moggi. Il De Cillis quando gli viene chiesto di questo foglio dice di non averlo portato lui, ma di avere portato i numeri scritti a mano. Poi si affanna a ripetere che lui quei numeri non se li era inventati… ma perchè, chi gli stava contestando quello? Gli si stava solo chiedendo se l’elenco l’aveva stampato lui a casa sua oppure lui aveva portato i numeri scritti a mano e l’elenco l’avevano poi stampato i carabinieri. Alla fine si contraddice dicendo che quel foglio l’ha portato lui ma in un momento successivo.
Questo non è l’unico punto della testimonianza di De Cillis su cui lui è molto reticente; per esempio vedi un altro punto, in cui gli chiedono se si è presentato lui spontaneamente dai carabinieri oppure è stato convocato in caserma.
Tutto questo non perchè a me interessano questioni procedurali come quella della rogatoria, ma perchè a me interessa il nucleo, ossia chi ci garantisce che quei numeri e quelle schede sono state effettivamente vendute a Moggi? Moggi è l’unica persona a cui il De Cillis ha mai venduto schede intestandole al padre? Se davvero il De Cillis teneva un appunto privato con i numeri di queste schede (cosa che io capisco, lui mica sapeva che ci facevano con le schede, non si sa mai) allora perchè i carabinieri non prendono direttamente questo appunto e lo allegano all’inchiesta, invece di produrre un foglio nuovo? E se il De Cillis teneva appunti sulle schede vendute a Moggi, perchè tira fuori solo queste nove, e poi saltano fuori solo dopo anche tutte le altre? Capisco che tu che rimpiangi di non essere in Cina, in Corea del Nord o in qualche altro posto dove non ci sono garanzie per gli imputati te ne freghi delle questioni procedurali. Ma queste non sono questioni procedurali, sono questioni di sostanza, e stanno alla base di tutta la ricostruzione di Di Laroni.
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Felix Arpino ha detto:
Però io su questa storia non ho chiaro un punto: prima della “consegna” di De Cillis del documento con le nove schede svizzere ai carabinieri, gli inquirenti erano solo a conoscenza delle prime tre schede “citofoniche” (Moggi, Bergamo, Pairetto) scoperte a febbraio 2005. Giusto? Quindi le successive sei schede le scoprono tramite De Cillis. Una volta conosciuti i numeri di queste altre sei, parte il lavoro di Di Laroni, che attribuisce queste schede a Pieri e Racalbuto, tra gli altri. Quindi o De Cillis le ha vendute a Bertolini e poi sono finite a chi le usava (e Bertolini è in buona fede), o direttamente chi le usava le ha comprate al negozio. Ma, voglio dire, non è che questi numeri erano già conosciuti e, diciamo, a posteriori i carabinieri hanno fatto dire a De Cillis di essere stato lui a venderle, proprio perché è De Cillis che permette di scoprire le tessere. Ho sbagliato qualcosa? Questo mio dubbio deriva da ciò che ha scritto Nicola Penta su Facebook, ossia che l’elenco coi numeri fu sicuramente suggerito a De Cillis. Ma questo non è possibile perché quelle schede non erano ancora conosciute!
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Claudio Nannetti ha detto:
Felix, in una bella spy story i CC avrebbero trovato quei numeri nel PC di Tavaroli, sequestrato il 3 maggio 2005 e “stranamente” inviato a Roma da Auricchio per un’ispezione, ispezione di cui non esiste il verbale.
ps le spy story spesso non sono vere e comunque ricordatevi che le svizzere, in quel periodo, le usavano tutti, dai politici ai poliziotti ai mariti fedifraghi
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Rug ha detto:
No, io non rimpiango di essere in Cina anche perché probabilmente li sarei già stato condannato alla pena capitale, io ho detto che se Pieri è stato assolto è perché qui, mutuato dai paesi anglosassoni, c’è il principio che l’imputato è colpevole se risulta tale al di là di ogni ragionevole dubbio e tale, evidentemente, non è risultato. La tua prospettiva è comunque interessante, mi stai dicendo che il foglio con tutti i numeri delle svizzere lo hanno fatto i carabinieri e lo hanno fatto firmare a De Cillis magari sotto tortura, possiamo aggiungerlo per rendere la cosa più avvincente, che ti devo dire, staremo a vedere a questo punto. Meno male che non sono nato in Cina.
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Paolobxl ha detto:
Rug tu mi piaci un sacco perché con i tuoi articoli aiuti a capire ancora meglio
come si siano tutti nascosti dietro la correttezza delle accuse per poter eliminare
per via giuridiche quello che non potevano eliminare sul campo.
Gli argonmenti di Felix e BHJ hanno già messo a nudo un paio di incongruenze,
Io ritengo che tu sottostimi il valore giuridico di quella lista del De Cillis con i 9 numeri
Già mi sembra stranissimo che un venditore di carte telefoniche svizzere dove la dicrezione e protezione dell’identità del cliente é il pilare della mentaità svizzera
si prendi la briga di tenere un archivio dove scrive il nome del cliente e il numero di telefono corrispondente
, io che ho vissuto in svizzera per 10 anni posso dirti che é una cosa molto molto molto molto sospetta;
senza troppo perdermi in altre disquisizioni al riguardo ti pongo una domanda
ma se quello che il De Cillis ha testimoniato al riguardo é falso cioé che quei 9 numeri non sono da attribuire al Moggi come la mettiamo ???
Se questo pezzzo di storia di calciopoli risultasse falso tutto quello che ha fatto il Di Laroni cosa prova???
altra ed ultima curiosità tu riusciresti a memorizzare(tra le tantissime vendute) 9 numeri di telefoni corrispondenti ad altrettanti numeri di schede vendute e con sicurezza attribuirle a un cliente ben specifico????
come contro inchiesta io domanderei al De Cillis di mostrare tutto il suo archivio in modo da vedere se archiviavia solo quelle di Moggi o quelle di tutti i suoi clienti
molto curioso di vedere se riesce ad attribuire ad un cliente che non sia Moggi le schede vendute
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Paolobxl ha detto:
ps; In italia o svizzera bisogna identificarsi per comprare una scheda telefonica prepagata?? ed il venditore ha l’obligo di invetarizzare tutte le schede prepagate e tenere un archivio che noti il nome del cliente e la scheda venduta?? per fini di legge
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Rug ha detto:
In Italia si, quando si compra una scheda telefonica e si fa quindi un contratto con una compagnia telefonica ci si registra, si lasciano i documenti ecc. ecc. oltretutto lui ha intestato al padre solo quelle 9 schede. Poi ha dato le schede del Liechtenstein, in effetti, il fatto che lui avesse anche un registro a parte suo in cui segnava tutto ciò che vendeva è singolare ma non impossibile, certo che andare a vedere se avesse altri registri con altra merce venduta e il nome del cliente sarebbe interessante. Ad ogni modo il lavoro di Di Laroni è confermato dalla deposizione di Paparesta padre.
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Paolobxl ha detto:
Il contratto si fa quando si prende un abbonamento annuale con pagamenti seguentii all utilizzazione fatta
ma non si fa nessun contratto quando si aquista schede prepagate
si entra si aquista la scheda e si esce
con queste tipo di schede si perpetuano molti imbrogli perché l’aquirente non é rintracciabile
Questo mi é stato confermato dalla polizia federale Belga per un mio specifico caso
ed é stranissimo che Il de Cillis si prendesse la briga di tenere un archivio ,
il cliente che si reca da lui ad aquistare le schede lo fa esattamente per non essere rintracciabile e identificabile
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Felix Arpino ha detto:
Più che altro è strano che quell’archivio non sia stato sequestrato.
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tifosisinasce ha detto:
bello ritrovare tanti amici di discussioni qui 🙂
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Rug ha detto:
Manca Mark della Nord, bisogna rintracciarlo.
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bjh ha detto:
capperi quando ho letto tifosisinasce m’è venuta un sacco di nostalgia…..suvvia Antonio fatti sentire ogni tanto.
@rug, Mark lo rintracci da dinokinda dove vedo che hai postato qualcosa o su calciomania 90
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franctosc ha detto:
La questione De Cillis è molto complessa, e sinceramente per il momento non mi sento in grado di arrivare a conclusioni. Quelli che ho espresso sono dubbi, e la versione su un elenco di nove schede “suggerito” dai carabinieri al De Cillis sta circolando in questo momento negli ambienti più vicini a Moggi (vedi Penta), ma questo ovviamente non vuol dire che sia andata realmente così, è una possibilità.
Quello che volevo segnalare a Rug è che non ha ben compreso la portata dell’iniziativa di Tiziano Pieri, che non vuole incastrare De Cillis sul problema della “gita a Chiasso” su cui è stato smentito da Nardone; lui vuole proprio abbattere l’anello di congiunzione tra lui e Moggi, che è costituito dalla testimonianza di De Cillis e dal foglio con i nove numeri, in cui ci sta pure quello attribuito a Pieri. Obiettivamente in questa testimonianza di De Cillis c’è qualche punto non ben chiaro, secondo me anche gli investigatori non sono stati del tutto trasparenti in questa parte dell’inchiesta, per cui staremo a vedere. Per il momento le cose certe sono che esistono le schede, che sono intestate ad Arturo de Cillis, e che una delle nove è stata effettivamente venduta al Bartolini e poi consegnata da Moggi a Romeo Paparesta; questo non vuol dire che anche le altre otto siano state sicuramente vendute a Bartolini, perchè su questo punto siamo appesi alla testimonianza, alla memoria e agli appunti personali del De Cillis, che in questo momento è indagato per falsa testimonianza.
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bjh ha detto:
Mi piace l’idea di Felix come si intuiva dal primo commento…..i carabinieri hanno dei numeri beccati tra gli indagati, serve la rogatoria? non serve? esce tutto sui giornali…che si fa? si chiama de cillis e gli si da sta lista di schede che lui ha venduto….a chi le ha vendute glielo suggeriamo sottovoce.
Ribadisco che se le schede sono realmente degli imputati questi trucchetti sono per me ben accetti ( son per la giustizia più che per la legalità e non sempre le cose combaciano) e non ne farei una questione burocratica…..cosa ben diversa dal taroccare una sequenza fotografica …tanto per capirci.
Allibito del fatto che intercettate le prime tre schede non si sia risaliti al de cillis….non le aveva intestate ad un ignaro frequentatore del suo negozio.
Come dice Rug spiace che magari il cerino in mano rimanga al de cillis che potrebbe solo aver avuto la sfiga di vendere dette schede…..del resto quanti son finiti nel tritacarne di Auricchio e Narducci per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato?
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Paolobxl ha detto:
Riflettendoci tu parli di contratti
a me risulta che l’aquirente era la juve e quello che le ha ritirate era un impiegato della juve quindi come puo’ il De cillis attribuirle a Moggi?
De Cillis figlio le intesta al padre perché?????????????
chi ha ritirato le schede Moggi? no quindi …..
Le ha ritirate un altro quindi non vedo cosa c’entri Moggi
Se c’era contratto, in sede juve dovevano averne una copia l(hanno trovato??
STRANO STRANO secondo me si sta sgretolando anche l’ultima pietra che tiene in piedi l’accusa
visto i tanti metodi (poco convenzional o falsi ) usati per confermare l’accusa
Tu puoi mettere la mano sul fuoco sulla veridicità della lista del DE Cillis
non vorrei che si facesse la fine del video sui sorteggi
o del Piaccia o non piaccia
o la favoletta dell’arbitro chiuso nello spogliatoio
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Rug ha detto:
Bartolini va a Chiasso dal De Cillis e chiede di comprare delle schede senza che gli venissero intestate e allora il De Cillis gliele vende intestandole al padre. Quelle intestate al padre sono le 9 poi vende schede del Liechtenstein che non hanno bisogno di intestazione. Ovviamente se le registra sul suo quaderno personale.
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Felix Arpino ha detto:
Io sono abbastanza convinto del fatto che il metodo di Di Laroni sia corretto. Come è stato detto più volte da Rug, Francesco e Claudio il numero di contatti è totalmente sballato ma le assegnazioni sono verosimili (le schede agganciano celle di Coverciano ai raduni, celle della città in cui gli arbitri arbitrano ed entrano in contatto con il numero italiano di persone molto vicine a loro).
Quindi le schede ci sono. Resta da capire se se le compravano da soli, se possederle era legato in qualche modo al fatto di far parte della FIGC (tempo fa lessi che un’ulteriore scheda era stata attribuita dal lavoro della difesa di Moggi a un certo Manfredi Martino…) o se era appunto Moggi che direttamente le consegnava a chi gli interessava.
Io non ho capito se la 155 (quella di Bertini, con cui i Paparesta negano di aver avuto contatti, seppur dalla ricostruzione di Di Laroni risulta il contrario) sia intestata o no al padre di De Cillis. Solo le prime nove sono intestate a lui? Di quella di Bertini, di De Santis e di tutte quelle che non fanno parte del primo gruppo, cosa si sa?
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Rug ha detto:
Quella di Paparesta fa parte delle prime 9, le altre vengono dal Liechtenstein e non hanno bisogno di intestazione. Poi, per maggiori chiarimenti, rivolgersi a http://gentedellajuve.wordpress.com/ di Claudio Nannetti, è lui l’esperto di schede svizzere.
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Felix Arpino ha detto:
Non è proprio così. De Cillis fornisce l’elenco delle prime nove. Gli inquirenti scoprono che queste nove comunicano con con altre dodici schede svizzere. Queste dodici generano, se non sbaglio, un altro gruppo di dieci. Le schede di Bertini, De Santis, Fabiani etc. fanno parte o del secondo o del terzo gruppo. Poi sono emerse anche le SIM del Liechtenstein, ma non sono state attribuite.
Comunque, Bertolini comprerebbe le prime nove a giugno 2004. Poi torna a Chiasso a gennaio/febbraio 2005. A dicembre si era giocata Juve – Milan, arbitro Bertini. Ci sono contatti svizzeri tra Bertini, Moggi e Fabiani in prossimità della partita. Ma la 155 di Bertini non fa parte delle prime nove! Quindi è stata comprata da un’altra parte. Oppure, anche se personalmente non credo, non è sua: ad Arezzo c’erano tanti dipendenti della FIGC.
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Rug ha detto:
Ti ripeto, l’esperto delle schede svizzere è Claudio, rivolgiti a lui, io mi sono limitato a dare un giudizio di valore al lavoro di Di Laroni pari al 70%. 90% sulle attribuzioni (secondo me una una l’ha sbagliata per forza di cose anche se non ti so dire quale) e 50% sui contatti che sono sbagliati nel numero ma che ci sono stati.
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Paolobxl ha detto:
l’ho chiesto a Claudio
salta a l’occhio uno strano fenomeno
a che pro intestare le schede al padre ????
(probabilmente a protezione dell’identità del compratore)
e dopo presentarsi spontaneamente dai cc per denunciare ??
e collegare le schede a Moggi anche se queste erano state ritirate da un suo sottoposto a nome della juve spa
qui se permetti c’é qual cosa che non quadra
perché lo ha fatto ???
vendi schede a clienti che non vogliono essere rintracciati di questo ne fai un Bussines lucrativo ma alla prima occasione
tu stesso ti rechi dai carabinieri che fino a quel momento non avevano idea di chi diavolo fosse il De Cillis e contravvieni ai principi di protezione dell ‘ identità dell aquirente
qui gatta ci cova e secondo me ne sentiremo delle belle
IL DE CILLIS HA MENTITO in dibattimento
e ha mentito probabilmente anche su altre cose
merita un approfondimento d’indagine
quale é l’imput che lo spinge a presentarsi da cc??
–
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bjh ha detto:
non è così, non ha contravvenuto a nessuna protezione dell’identità, potrebbe aver mentito sul come è uscita la lista ma sul resto non gli si può contestare molto anche perchè è probabile che si sia ritrovato in mezzo a una cosa più grossa di lui suo malgrado
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Paolobxl ha detto:
dicendo protezione dell’identità non volevo dire che ha fatto una cosa illegale
con questo mi chiedevo sul come mai le intesta al padre e non all’aquirente
se permetti mi sembra una procedura un po’ strana
se le ha intestate al padre c’era un motivo
e mi domando perché lo fa
Lui sapeva benissimo del perché tantissimi personaggi famosi andavano da lui a rifornirsi ,
boh per me resta un comportamento anomalo
primale vendi delle schede svizzere e lichenstein ,per venderle ricorri a un sortefugio e poi vai spontaneamente dai cc a denunciare
manca qual cosa che secondo me varrebbe la pena di approfondire
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Rug ha detto:
Le intesta al padre perché Bertolini le vuole senza che siano intestate a lui, se no non le compra, allora lui pur di vendere le intesta al padre (grave errore), poi quando sa dai giornali quello che sta succedendo su quelle schede, si presenta ai Carabinieri di Como.
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bjh ha detto:
il sotterfugio in realtà è un favore fatto all’acquirente accontentato pur di vendere le schede….gli garantisce anonimato come Rug garantisce il mio postando il mio nick bjh (balclay james harvest) senza pubblicare la mia email….se domani io dovessi fare qualche puttanata che inguaia lui non troverei anomalo il rivelare anche l’email se servisse a rintracciare me. Non ci vedo nulla di anomalo. Resta il dubbio se sia lui ad aver fornito la lista con tanto d’acquirente o se i carabinieri l’abbiano convinto che quelle nove schede fossero state vendute a bertolini.
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Rug ha detto:
In altre parole Bertolini le vuole senza intestazione il che non è possibile e allora lui le intesta al padre.
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Paolobxl ha detto:
Rug tu dici che lo sa dai giornali
scusa ma quali giornali ne erano a conscenza e parlavano delle schede ???
ma i cc non avevano rinunciato alla rogatoria per tenere tutto segreto ???
Un Vocina mi dice che i tempi non tornano
Bhj se quella lista di 9 schede viene a cadere
tutto il lavoro di Di Laroni fa a farsi friggere
e come tu dici o gli é stata suggerita dai cc
o gli é stata suggerita da qualc un altro
e come mai le collega a Moggi e non al Bartolini
come fa a essere cosi’ sicuro che erano destinate a Moggi
il Bartolini forse ne ha date un paio a Moggi e le altre a chi gli pareva
cioé questa sicurezza nel attribuirle a Moggi da parte de De Cillis é sospetta
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franctosc ha detto:
Sono contento che stiano vedendo fuori tante domande su quello che è il tema ancora meno chiaro, quello delle schede estere. Io non ho ancora studiato bene la questione, ma per esempio mi sembra interessante rispondere al problema posto da Felix sulla scheda attribuita a Bertini. Mi copio il tuo commento e lo inserisco nel mio dossier.
Per quello che ho capito io le schede svizzere sono 21, ma non ho capito bene se ad essere intestate al padre del de cillis sono solo le prime nove o anche le altre. Per quanto riguarda le schede del Liechtenstein, De Cillis avrebbe trasmesso ai carabinieri un elenco di 385 schede, che però ovviamente non sono state vendute tutte a Moggi, sono tutte quelle vendute dal negozio in quel determinato periodo, e fra quelle alcune sarebbero state vendute al Bertolini, ma De Cillis non ha saputo mai indicare quali, e quindi non se n’è fatto niente. L’unica cosa che possiamo fare è escluderle totalmente dalla nostra discussione.
L’elenco del De Cillis è una cosa curiosa, ma non da escludere, perchè in effetti lui intesta quelle schede al padre, sicuramente non è uno sprovveduto, e sa che se poi quelle schede vengono scoperte in attività illecite a trovarsi inguaiato è il padre. Quelle del Liechtenstein non sono intestate al padre e quindi lui non se le appunta. In effetti – lo dico per Paolo – quando c’è la fuga di notizie nel maggio 2006 finisce sui giornali anche il nome di De Cillis padre, proprio perchè era intestata a lui la sim chiamata da Bergamo e usata da Moggi nella famosa grigliata, e di questa cosa si parlava nelle informative dei carabinieri. Non è ben chiaro se De Cillis a quel punto si presenta spontaneamente perchè si spaventa, oppure viene in qualche modo “sollecitato” a presentarsi.
Ma soprattutto, se a questo punto lui tira fuori un appunto del 2004 (2 anni prima) con i numeri delle sim vendute al Bertolini, probabilmente scritto a mano, perchè i carabinieri non acquisiscono questo appunto sequestrandolo al De Cillis, e invece producono un foglio nuovo? Questo foglio è stato pubblicato su Facebook nei giorni scorsi, non so se l’avete visto, è chiaro che quello non è l’appunto del 2004, ma una cosa preparata ad hoc nel 2006. Perchè? Non mi pare una cosa tanto regolare, anche ad essere digiuno di pratica investigativa.
Io ce l’ho più con la mancanza di trasparenza dei carabinieri che non con De Cillis, che se ha mentito ha mentito per coprire loro.
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franctosc ha detto:
Aggiungo, giusto perchè lo sto vedendo adesso sulla RAI, che a me il modo in cui Pieri gestisce la moviola piace, è molto pacato, tende sempre a giustificare i colleghi arbitri, a spiegare in maniera chiara; se fossero tutti come lui le polemiche sarebbero molto più stemperate. Secondo me la sua “esperienza di vita” lo aiuta a considerare anche gli episodi arbitrali nella loro giusta dimensione, diciamo così.
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Paolobxl ha detto:
Grazie Francesco
resta sempre da capire
Chi era l’aquirente:
La juve spa
Bartolini
De cillis padre
e come fanno a dire che erano sicuri al 100% di Moggi
L’ha confessato Bartolini ??
hanno trovato la fattura in sede juve??
su quella famosa lista c’é scritto schede vendute a Moggi ma le ho intestate a mio padre perché Moggi non voleva intestarsele??
quindi Moggi é andato lui stesso a ritirarle
perché ad oggi resta sempre il mistero che a parte le pseudo assegnazioni delle schede e il metodo di Laroni per i cosi’ detti contatti
non si riesce ad avere un intercettazione con la voce di Moggi che parla con un arbitro su 170.000
tutto poggia su queste schede che SICURAMENTE erano di Moggi e che SICURAMENTE lui le ha date agli arbitri
ma a ben vedere di sicuro sicuro in calciopoli c’é ben poco anzi
ad ogni prova regina proposta si é scoperto che quelle prove erano false
il video , le ammonizioni, arbitro spogliatioio, etc etc
se ancora tutto tiene é a causa di questa benedetta lista di De cilllis
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Felix Arpino ha detto:
Effettivamente mi ero dimenticato del PC di Tavaroli curiosamente giunto in via In Selci a Roma, @Claudio. È una teoria che potenzialmente potrebbe anche essere valida quella secondo la quale i carabinieri avrebbero ottenuto i tracciati di queste SIM da quel computer e poi convinto De Cillis che a vendere le schede sia stato lui, ma mancano le prove. È anche vero che in molti in quel periodo usavano schede telefoniche riservate: se non sbaglio al processo Telecom ci sono due SIM svizzere sequestrate che erano in uso a Tavaroli stesso. Dobbiamo aspettare.
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bjh ha detto:
@ in realtà il lavoro di dilaroni non decadrebbe con un eventuale condanna di de cillis al limite si potrebbe richiedere l’inutilizzabilità di quel lavoro , un cavillo legale in pratica che non servirebbe molto a Moggi (di più a qualche arbitro) e meno che meno alla causa juventus, anzi si darebbe più peso alle stesse tentando di imboscarle e renderle segrete avvalorando la tesi volontariamente messa sul piatto nell’inchiesta dalla parte dell’accusa. L’unico modo per smontare quel lavoro sarebbe beccare uno o due contatti fasulli oppure beccare il possessore di una di quelle schede (se non è lo stesso indicato da di laroni). In alternativa mi pare più premiante insistere sul fatto che le schede erano tranquillamente intercettabili ….dove lo si è fatto non è uscito nulla….due punti a favore della difesa e non certo dell’accusa. Chiaro che se in giudice vuol condannare condanna comunque.
Possedere schede svizzere non è reato…..darle agli arbitri per parlarci si come lo era parlarci in “chiaro”, ne più ne meno. La differenza potrebbe farla il contenuto delle conversazioni , ma se il contenuto non c’è, la distinzione tra estere o italiane è un appiglio di comodo che un giudice serio dovrebbe mettere in soffitta. Sul piano penale cambia poco dato che Moggi è fregato anche senza svizzere come pure bergamo e pairetto…..su quello sportivo cambia che la juve ha già dato, altri no e altri solo in parte e qualcuno in teoria dovrebbe prenderne atto.
La condanna di de cillis torna utile se, e solo se, de cillis dice d’esser stato imboccato….in tal caso potrebbero aprirsi scenari nuovi che metterebbero ancor più a nudo chi indagava che sappiamo già averne combinate di cotte e di crude. La condanna di decillis fine a se stessa inguaia solo lui che credo si sia solo trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato.
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paolobxl ha detto:
Scusate se insisto
ma il mio settimo senso 🙂 continua a suonare
Rileggendo i vostri commenti mi son reso conto
che Il de Cillis aveva venduto al mondo del calcio come minimo un centinaio di schede tra svizzere e lichtenstein
ma tiene la contabilità solo di 9 e strano ma vero una concidenza che ha dell’incredibile solo ed esclusivamente quelle di Moggi
come puo’ un giudice non rendersi conto che é anomalo e non domanda al De Cillis di mostrare tutto l’archivio e prende per oro colato quello che il De Cillis afferma
constatando contradizione con le affermazioni del Di Laroni
come puo’ il giudicante essere al 100% sicuro che le schede attribuite agli arbitri siano quelle di Moggi mica era il solo a comprarle
mi sorprende che la difesa di Moggi non abbia fatto requisire tutto l’archivio
strano che durante il processo non abbiano chiesto al de Cillis un riscontro con altri clienti se lo aveva fatto per Moggi probabilmente lo faceva anche per altri
c é qual cosa che non quadra
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Rug ha detto:
Forse perché quelle nove le ha intestate al padre
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paolobxl ha detto:
Scusa Rug non ho capito la tua risposta
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franctosc ha detto:
Io non lo so bene, Paolo. Solo quelle nove sono intestate al padre? E allora le altre svizzere (visto che un intestatario era necessario) a chi sono intestate? Questo forse ce lo può dire solo @Claudio che ha studiato meglio la questione.
Ma comunque attenzione, De Cillis immagino vendesse centinaia di schede all’anno, ma ovviamente non solo a persone del mondo del calcio, immagino che avesse diversi tipi di clienti. Purtroppo sul suo registro, e cosa c’era scritto, non possiamo dire nulla, perchè i cc gli hanno fatto produrre nel 2006 un’attestazione relativa solo a quelle nove schede, invece di acquisire questo fantomatico registro, o comunque, se non esisteva registro, l’appunto in cui ci stavano solo le sim intestate al padre. Questo è il punto chiave. Possiamo solo dire che per le schede del Liechtenstein De Cillis aveva sì un registro, ma in questo registro non era indicato l’acquirente, e quindi tra le centinaia vendute a distanza di due anni ovviamente lui non era più in grado di elencare quelle acquistate da Bertolini. Questi sono i punti fermi.
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Rug ha detto:
Ma lui dopo aver venduto le 9 le altre che vende sono del Liechtenstein e quindi non necessitano di intestazione
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paolobxl ha detto:
ok é piu’ chiaro
quindi le sole schede svizzere vendute sono quelle di Moggi ??
Ok che siamo abituati a sentirne di cotte e di crude ma questa é un po difficile da avallare
quindi Il Bartolini che voleva delle schede non intestate gli da le svizzere e le intesta al padre e
agli altri
quelle senza intestazione che strana coincidenza veramente su misura per Moggi
sarebbe interessante capire perché a un certo punto non vende piu’ schede svizzere ma solo quelle del Lichtenstein
Secondo me l’avvocato di Pieri se ha esposto denuncia vuol dire che é sicuro che dietro si nasconde qual cosa di poco chiaro
e il De Cillis é meno poveretto di quello che pensi
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franctosc ha detto:
No, no, Rug, non hai capito bene, le schede del Liechtenstein non sono mai state identificate, soltanto De Cillis ha detto di avere venduto anche a Moggi schede di questo tipo, ma senza mai indicare quali. Tutte le schede che sono state attribuite a qualcuno, quindi non solo le prime nove ma anche le successive, sono svizzere. Io penso che siano intestate tutte a De Cillis padre, a chi altro se no? però non ne sono sicuro, e in questo momento non ho tempo per approfondire la questione.
Le domande sono:
solo a Moggi De Cillis vendeva schede svizzere? Sicuramente no.
solo a Moggi De Cillis vendeva schede svizzere intestandole al padre? Non lo so, può darsi di sì, può darsi di no…
@Paolo le domande che tu poni sono giuste, non a tutte è possibile rispondere almeno per il momento, comunque è evidente che la difesa di Pieri ha individuato nel De Cillis l’anello debole della catena, ma l’obiettivo non è il De Cillis, è il collegamento Moggi – sim attribuite agli arbitri. Cioè si sta tentando di aggirare da un’altra parte il metodo del Di Laroni, non contestandolo nei suoi risultati ma nelle sue basi di partenza. Poi evidentemente se il De Cillis è un poveretto innocente, allora non avrebbe dovuto accettare di intestare al padre le schede vendute al primo che gli capitava davanti; se lo fa vuol dire che è abituato a simili sotterfugi.
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paolobxl ha detto:
Francesco
si concordo con la tua analisi
noi non siamo in grado di rispodere ma chissà se la difesa di Moggi
si é accorta di queste stranezze
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Claudio Nannetti ha detto:
Dalla deposizione di De Cillis ai CC nel giugno 06 ““Dopo quella prima iniziale occasione (giugno 04 ndr) il Bertolini è venuto a comprare le carte sim presso il mio negozio, all’incirca 10-11 volte, sono certo del fatto che il 14 gennaio 2005 ho venduto al Bertolini cinque schede sim del gestore Sunrise, ed il giorno 11 febbraio 2005 ho venduto al Bertolini sette schede sim del gestore Sunrise, mi riservo di farVi sapere a chi le ho intestate”. (11 febbraio 2005, dopo la grigliata con Bergamo in teoria Moggi deve ripristinare la segretezza della rete. Compra 7 schede: una per sè, Bergamo, Pairetto, il fido Fabiani, Paparesta padre e ne restano 2) Tornando a De Cillis: Bertolini si presenta a De Cillis a giugno 2004, chiedendo se è possibile avere delle schede non intestate. Già da allora le schede vengono intestate al padre (lo dice sempre nel verbale ai CC) Poi, dalla deposizione in aula:
PM: Nove schede(quelle del famoso documento scritto a PC ndr) e queste schede è stato in grado, in questa circostanza, di indicare a coloro che La ascoltavano l’intestatario di queste nove schede?
De Cillis: No, no, no, queste schede sono state intestate e date al signor Bertolini, cioè basta, non…
PM: Intestate a Bertolini?
De Cillis: No, no, no, queste schede sono state intestate da me e Le ho consegnate a Bertolini.
PM: Sì, ho capito, e dunque risultano queste nove schede intestate a…? Se può precisarmelo…
De Cillis: Sì, sì…
PM: Sono state intestate a…?
De Cillis: Penso siano state intestate tutte a mio padre, non lo so se era… se il numero era sei o dieci delle intestazioni, adesso non ricordo le regole, però queste schede sono state tutte intestate a mio padre.
PM: Per il Suo ricordo, mi scusi, questo elenco è comprensivo delle schede vendute al Bertolini in quella prima circostanza, cioè in occasione del primo rapporto tra di voi e della prima vendita o riguardano anche momenti successivi?
De Cillis: Questo non posso dirlo… a quando risulta, so che gliel’ho date e fatto l’elenco, l’ho fatto io però non so se sono state date tutte insieme, nel senso che nove schede tutte insieme non gliele ho mai date, quindi penso magari in due tranches, adesso non ricordo precisamente, è più preciso il verbale perché l’ho fatto a suo tempo.
PM: Lei confermando quelle dichiarazioni che ha fatto, ha fatto riferimento dunque ad un rapporto di tipo commerciale, a vendite avvenute in diversi momenti in relazione a più schede… numero certamente superiore a quello che Lei ha indicato, mi sembra che abbia detto cinque…
De Cillis: Sì, questo è quello che siamo riusciti a ricostruire.
PM: Non si preoccupi, mi ascolti un attimo, numero certamente superiore, mi sembra abbia detto cinque, secondo le leggi elvetiche come numero massimo di schede telefoniche intestabili o attribuibili ad una determinata persona: è giusto?
De Cillis: Su questa cosa forse mi son sbagliato prima, non sono certo che siano cinque o sei, non so, possono essere dieci, però non sono certo, siccome i contratti in negozio non li faccio io, li fa il mio collega, quindi davo a lui il discorso di intestare le schede, non so, se sono queste sono più di cinque o sei le intestabili.
PM: Lei è mai riuscito in quel periodo, o anche successivamente, oltre al nominativo di suo padre, a individuare il nome di possibili altre persone a cui erano state intestate le schede Sunrise?
De Cillis: No, le ho intestate a mio padre.
Quindi 9 schede intestate ancora al padre, vendute presumibilmente in 2 tranches (perchè più di 5-6 non si potevano intestare alla stessa persona) Poi arrivano le Ring Mobile o United Mobile che hanno la particolarità di funzionare anche non intestate: l’acquirente ha 14gg dall’acquisto per comunicare i dati al gestore ma se non lo fa la scheda funziona ugualmente. Una manna dal cielo per De Cillis che può continuare a vendere senza rischiare la fedina penale dell’anziano genitore. Su queste schede egli dichiara nel 2006
“Alcune date sono le seguenti: 27 giugno 2005 ho venduto al Bertolini: 10 schede sim del gestore Ring; 19 luglio 2005: 20 ricariche Ring; 29 luglio 2005: 120 ricariche Ring da € 25”,” tralascio alcuni dati, “e 6 schede sim del gestore Ring; 11 novembre 2005: 74 ricariche e otto schede sim del gestore Ring; 3 marzo 2006: 10 ricariche Ring e cinque schede sim del gestore Ring; 13 marzo 2006: 60 ricariche Ring e 10 schede sim del gestore Ring; 7 aprile 2006: 40 ricariche Ring e sei schede sim del gestore Ring”
Ancora dal processo:
PM: Volevo, signor De Cillis, soltanto una precisazione, Lei, abbiamo compreso, è stato in grado quando è stato ascoltato nel 2006 di ricostruire almeno una parte di questa movimentazione, di queste vendite, mi scusi… volevo capire questo, in quanto mi sembra Lei abbia detto mi stato possibile ciò sulla base di dati che Lei ha estrapolato… aveva potuto… mi fa capire se Lei aveva in quel momento almeno un Suo registro ufficiale o non ufficiale di vendite di queste schede?
De Cillis: Certo, oltre ad un registratore di cassa che abbiamo c’è anche un libro dove segno… tutte le cose vendute nella giornata, quindi poi andando a ritroso ho ricostruito tutte le cose e alle domande dei carabinieri ho risposto precisamente perché avevo un quaderno davanti, ho detto questi giorni allora sono stato preciso sulle date, per questo sono impreciso adesso e sono stato preciso nel momento in cui ho fatto la deposizione, per questo perché avevo un quaderno davanti.
Ok ma ‘sto quaderno che fine ha fatto? Piaccia o non piaccia non ci sono schede telefoniche vendute ad altri?
Controesame Prioreschi:
Avv. Prioreschi: Dal verbale risulterebbe tre schede, Lei questo lo dice sia il 27 giugno, “Alcune di queste provengono dalla mia attività in particolare le tre schede del gestore Sunrise”, e lo conferma anche il 7 giugno alle 8.30 di mattina, stavolta La sentono in apertura, “Giugno 2004, mi chiese di acquistare tre-quattro sim”, quindi Lei a giugno 2004 consegna tre-quattro schede, tre o quattro, tre?
A giugno 2004 le schede sono 3-4
Ancora Prioreschi:
Avv. Prioreschi: Allora mi spiega questa sua dichiarazione… una forma di contestazione… cercherò di risalire agli intestatari anche delle altre schede, sarà mia premura comunicarle, le carte sim della società Sunrise che ho rilasciato al Bertolini nel mese di giugno 2004 le ho intestate tutte a mio padre, De Cillis Arturo nato ecc. ecc. in quanto non potevo più intestarle a me, ho visto che già ne avevo intestate diverse.
Fatto interessante: le intesta al padre perchè non poteva più intestarle a se stesso, aveva finito il bonus.
Avv. Prioreschi: Lei ricorda se poi magari anche visto che aveva finito le intestazioni a Lei, qualche altra scheda di qualcun altro l’ha intestata a Suo padre?
De Cillis: No.
Avv. Prioreschi: Sa perché Le dico questo? Perché proprio in riferimento all’elenco che Le ha mostrato il pubblico ministero, poco fa abbiamo appurato che le schede vendute a giugno a Bertolini sono tre, massimo quattro, Lei l’elenco che fornisce ai carabinieri il 7 giugno contiene nove schede e dice tutte intestate a mio padre, quindi se a giugno a Bertolini ne ha vendute tre, le altre sei intestate a suo padre di giugno probabilmente dico, e questo me lo dica Lei, saranno state intestate a suo padre ma saranno di qualcun altro.
Bingo: a verbale dai CC mi dici 3-4 schede, poi mi firmi un elenco di 9?
De Cillis si difende:
De Cillis: Allora, per lo stesso mo… no, non sono di altre persone, per lo stesso motivo che Le ho detto prima, allora nel momento in cui sono andato a fare la deposizione, non ho sottomano uno scritto, qualcosa, in questo c’è una ricostruzione, questi numeri io intestati io, è indubbio, che sono stati dati a Bertolini, adesso io non so se in due tranches o sei in una. Avv. Prioreschi: Nel momento in cui Lei fa la deposizione questo elenco, è allegato al verbale del 7 giugno dove Lei un minuto prima ha confermato quello che aveva già detto a maggio, e cioè che le schede erano tre, allora io Le sto dicendo: può escludere che le altre sei intestate a Suo padre siano schede vendute ad altre persone?
De Cillis: No, sono state date a Bertolini.
Avv. Prioreschi: Allora quante ne ha vendute a giugno?
De Cillis: Queste, queste sono quelle date a Bertolini, su questo non c’è ombra di dubbio. Avv. Prioreschi: Allora come si spiega che Lei ha dichiarato sia a maggio che a giugno… Presidente Casoria: Però, avvocato ha spiegato che non aveva i quaderni a disposizione e quindi ha sbagliato.
Avv. Prioreschi: Quando dice tre il 7 giugno ce l’aveva il quaderno a disposizione. Presidente Casoria: Tre-quattro, dice.
Avv. Prioreschi: Eh! Ce l’aveva il quaderno, presidente.
Presidente Casoria: E’ andato col quaderno a fare questa deposizione? De Cillis: Sì.
Quindi il quaderno ce l’aveva, un minuto prima dice 3-4, poi sono 9. Ma perchè De Cillis si appuntava le sim di Bertolini?
Avv. Prioreschi: Quante schede Sunrise vende Lei in un anno?
De Cillis: Tra tutti i gestori svizzeri ne venderò una cinquantina alla settimana
Avv. Prioreschi: Una cinquantina alla settimana, significa 200 al mese, 3000 l’anno via… De Cillis: Sì.
Avv. Prioreschi: E di tutte 3000 le appunta regolarmente a chi le vende? De Cillis: No.
Avv. Prioreschi: , Solo queste?
De Cillis: Perché puoi… e allora quelle del gestore svizzero poi sono tutte nel computer con intestazione e tutto, una volta venduta la scheda col numero posso risalire all’intestatario della scheda, mentre quelle del Liechtenstein segnavo a parte non a chi le avevo date, e in questo caso quando portavo, prendevo le schede per Bertolini mettevo un appunto con la somma che mi doveva dare, e per quello che segnavo quelle di Bertolini.
Scusate la lungaggine…. ciao
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bjh ha detto:
” Poi evidentemente se il De Cillis è un poveretto innocente, allora non avrebbe dovuto accettare di intestare al padre le schede vendute al primo che gli capitava davanti; se lo fa vuol dire che è abituato a simili sotterfugi.”
Se non ho capito male, lui faceva una cosa perfettamente legale. Eticamente discutibile forse, ma non vorrei che l’ “eticamente discutibile”, che si contesta essere anche illegale per Moggi, diventi per de cillis motivo di colpevolezza. Sto qua s’è trovato tra incudine e martello e mò lo prende pure in quel posto.
ps non credo che la juve e moggi avrebbero vantaggi reali da una condanna di de cillis. Alcuni contatti son certi. Se il lavoro di Di laroni fosse considerato non utilizzabile Moggi e la juve sarebbero fritti comunque e a livello mediatico ormai quelle schede son di moggi. L’unica cosa positiva è che chi ha lavorato con i piedi nelle indagini potrebbe venir bastonato per il trucchetto usato per utilizzare quelle schede. Trucchetto che in condizioni normali approverei ma visto che chi (forse) lo ha usato ha fatto un’indagine vergognosamente strabica, qualsiasi appiglio consenta di dagli contro è ben accetta, cavilli legali compresi.
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Paolobxl ha detto:
nessuno chiede la condanna di De Cillis anzi
si cerca di capire come hanno fatto a collegare quelle schede a Moggi e gli arbitri
leggendo leggendo c’é sempre sto Bartolini di mezzo
La Mia domamnda a quasto punto é
1)Nel processo di Napoli o altrove questo Bartolini ha testimoniato che quelle schede erano destinate a Moggi?
2) hanno mai sequestrato in sede juve una fattura o ricevuta dell’aquisto?
3) leggendo quanto postato da Claudio come mai con il quadernetto alla mano parla di tre o quatro schede ma nella lista si parla di 9 schede
e che fine ha fatto il quadernetto ??
sarebbe interessante poterlo leggere
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franctosc ha detto:
@Claudio grazie dell’ampio chiarimento, a quanto vedo De Cillis ha fatto molta confusione. Lui dice in tribunale “nove schede non le ho mai date tutte assieme”, però nel famoso foglio delle nove schede lui attesta precisamente che quelle sim sono state attivate tutte il 30 giugno 2004. Quel foglio risulta sempre più sospetto e spero si farà il processo per vederci chiaro (l’udienza di ieri davanti al gup è stata rinviata al 15 gennaio per un difetto di notifica).
@bjh secondo me non stiamo parlando di semplici cavalli, ma di sostanza. Perchè non è stato acquisito dai carabinieri il quaderno degli appunti di De Cillis per ricostruire precisamente tutto il percorso delle sim vendute? Non credo che ci sia bisogno di essere Sherlock Holmes per pensare una cosa del genere… cioè tutta la ricostruzione sulle svizzere è appesa ai ricordi di uno che si contraddice una frase sì e una frase no. Se lui a giugno 2004 ha venduto 9 schede oppure ne ha vendute solo 3-4 non è un dettaglio, è una cosa che mina alla base tutta la ricostruzione di Di Laroni, perchè come faceva giustamente notare @Felix ci sono anche discordanze cronologiche nella ricostruzione.
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bjh ha detto:
Per i cavilli mi riferivo all’uso spregiudicato della legge se questo fosse in grado di dar mazzate a chi ha indagato con un occhio solo.
Non posso concordare su quanto dici del lavoro di Di Laroni. I nomi degli arbitri e dei designatori li ha fatti de cillis? no. S’è mai sentito moggi parlare con arbitri su scheda svizzera? no, o meglio ufficialmente no. Eppure ci sono schede a cui s’è data una paternità che i giudici hanno sposato in pieno. Da quelle, procedendo in senso inverso ma con pari metodologia, le schede a moggi gliele appiopperebbero lo stesso. La condanna di decillis non mina per nulla quel lavoro di incroci di dati. La condanna minerebbe al più la sua utilizzabilità che però per moggi e per la juve non farebbe differenza. In alternativa aprirebbe altri scenari del tipo….ma da dove arrivano realmente quei numeri? ma anche questo non salverebbe moggi e la juve. La condanna è già scritta ( lo era quasi certamente già prima dell’inizio del processo) per il semplice fatto che la legge si è evoluta proprio sul comportamento di Moggi.
Discrepanze cronologiche? ma se il processo è basato su un’ indagine che è una “discrepanza al buon senso” ….volete che si fermino per discrepanze cronologiche? Parliamo poi di sentenze in cui si ribalta il senso di una telefonata per rafforzare la condanna a dattilo. Le discrepanze cronologiche non sanno neanche cosa siano.
L’unico modo per smontare il lavoro di di laroni è dimostrare che uno di quegli incroci è fasullo. Ammesso che lo sia, dimostrarlo è impresa ardua.
Se il lavoro di Di Laroni fosse dichiarato inutilizzabile Moggi verrebbe condannato per le telefonate note e sul piano mediatico si direbbe che il potere politico della fiat ha fatto il suo corso. (quando c’è di mezzo la juve il potere politico non manca mai……nel 2006 è andata in B per troppo potere politico evidentemente)
Del resto non potrebbe essere altrimenti….avete presente cosa comporterebbe un’assoluzione degli imputati?
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Paolobxl ha detto:
Non so vedo Moggi al quanto rilassato e fiducioso
forse ha trovato qual cosa che puo’ ribaltare la situazione
ma una eventuale condanna definitiva trasformerebbe MOGGI in martire
e a lui ormai alla sua veneranda età cosa puo’ fregargliene
tanto é già stato radiato dal calcio in GALERA non ci va
al massimo qualche lavoro socialmente utile
Lui non ha piu’ niente da perdere ma tanti altri hanno molto piu’ di lui da temere all’ apertura di altri processsi per eventuali risarcimenti
sono convinto che neanche dopo la cassazione si sia detta l(ultima parola su calciopoli, lo scempio perpetrato é troppo grande per lasciar passare il tutto a tarallucci e vino
Nel frattempo Il De cilllis é stato rinviato a giudizio
ed anche l’ultimo appiglio che tiene in piedi l’associazione traballa fortemente
Il processo di Bergamo é ancora da rifare e li possono uscire molte sorprese
l’assudità della giustizia sportiva dove ad una squadra che doveva retrocedere per la storia dei passaporti falsi gli hanno dato nello stesso anno uno scudetto
e quello che é successo anche dopo il 2006 con sentenze sportive ad personam é arrivata al culmine dell’assurdità, vedi Conte l’unico allenatore che non poteva non sapere ripeto L’UNICO già questo é di una evidenza che neanche l’antijuventino piu’ sfegatato non puo’ non trovare anomalo
le ultime in ordine di tempo
Marotta Lotito Ferrero
Garcia con aurecolari o telefonini in panchina
Il due pesi e due misure é di un evidenza disarmante
Francamente é troppo
e mi domando come possono ancora dire che la juve ha un certo peso politico
tutti a sparargli addosso e mai nessuno che venga deferito o denunciato
Nessuna condanna potrà mai sdoganare Calciopoli Oramai é troppo evidente quello che é successo
Non sapevano come fermare quei due manager anni luce piu’ avanti degli altri
la supremazia sul campo di quello squadrone era cosi’ sovrastante da mandare tutti in depressione
quindi l’unico modo per sbarazzarsi di quei due ( Elkan e Montezzemolo tra tutti) era quello di inventare calciopoli non avevano scelta
e I’ indagatore si é messo a loro servizio fabricando falsificando inventando reati e accuse fino a raggiungere lo scopo della missione affidatogli
un associazione a delinquere attiva da tanti anni che verrà condannata per un reato di pericolo dove non ci sono partite truccate e campionati alterati
dove a condanna si conferma che molte delle accuse contro di loro perpetrate erano chiaramente false e messe li per fare volume
Mi dispiace Rug ma alla fine questo é quello che piu’ giudici hanno messo a sentenza
piaccia o non piaccia resta solo il reato di pericolo appeso ad un filo sottilissimo
quello svizzero
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franctosc ha detto:
Hai ragione pure tu, @bjh, ma io non sono convinto, c’è qualcosa che complessivamente non mi torna. Lasciamo perdere il fatto che De Cillis attesta che nove schede le ha attivate il 30 giugno e le ha intestate al padre Arturo, poi ci dice che però nove schede non le ha mai date tutte insieme e che comunque non potevano essere intestate così tante tutte alla stessa persona, quindi alla luce di quello che ha detto lui stesso in aula quel documento è un falso (poi quanto falso è da stabilire).
Ma guardiamo tutta la storia dall’inizio. I carabinieri sanno che ci sono 3 sim intestate a De Cillis, una usata da Moggi, una da Bergamo e una probabilmente da Pairetto (che però ha sempre negato). Poi un anno dopo scoprono Teodosio De Cillis, e questi dice di avere venduto a Moggi (attraverso Bertolini) altre schede, e gli fornisce i numeri. A questo punto i carabinieri si trovano in mano dei numeri, ma bisogna ammettere che qui il lavoro del Di Laroni ha del miracoloso: Moggi aveva migliaia di contatti nel mondo del calcio, nè del resto nell’inchiesta c’era mai stata una traccia del fatto che schede di quel tipo potessero essere state date ad arbitri: il fatto che solo sulla base degli agganci delle celle si sia risaliti a dei precisi utilizzatori è veramente straordinario e stupefacente, secondo me, poteva averle date a chiunque Moggi quelle schede, le possibilità da verificare erano tantissime, eppure loro con apparente facilità riescono ad arrivare agli arbitri. Ancora più straordinario il fatto che tutte le schede che il De Cillis riesce a ricordare vengano date a esponenti del mondo arbitrale, nemmeno una scheda Moggi l’ha data anche solo casualmente a un operatore di mercato, un osservatore, un giornalista, una qualsiasi delle decine di persone con cui entrava in contatto costantemente nella sua attività. Va bene, i carabinieri in questa fase dell’inchiesta avranno anche avuto una fortuna straordinaria, ma a me sembra tutto un po’ troppo perfetto. Adesso ho poco tempo, perchè la tesi di dottorato incombe, ma prima o poi la questione la voglio studiare con calma.
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bjh ha detto:
Non credo abbiamo fatto un lavoro poi tanto straordinario. Loro son partiti già dal fatto che moggi intrallazzava con gli arbitri….loro son partiti per dimostrare quello e non altro (il resto o non interessava o era contorno) per cui i dati già si riducevano, escludi Collina (pazzesco che l’arbitro migliore al mondo sia automaticamente escluso dai sospettati quasi che il miglior meccanico al mondo non possa una volta l’anno allentare un bullone di proposito) e qualche altro intoccabile e il cerchio si restringe ulteriormente.
Con in mano quelle nove schede anche lavorando con soli fogli excel non credo servano più di 15 giorni per individuare corrispondenze come quelle fornite da di Laroni. Dirò di più…supponiamo che individuato il padre di de cillis siano risaliti subito al figlio e che questi abbia fornito non le 9 schede ma l’elenco delle centinaia di schede svizzere vendute o comunque un elenco più esteso di cui probabilmente facevano parte quelle date al Bertonini………quante di queste agganciano coverciano? beccate quelle si lavora su quelle e saltan fuori le nove famose. Se invece l’elenco delle nove schede l’han fornito loro al de cillis il lavoro di cesello è solo una copertura e di straordinario ci sarebbe ancor meno.
ps Per assurdo se io metto uno a seguire moggi, e uno a seguire un arbitro e i due spioni son dotati di svizzera e parlano tra loro quei contatti entrano in sentenza….ecco perchè a mio parere il metodo di laroni può al più essere usato in questo caso ma non diventare metodo estendibile in generale se non si trovano anche delle chiamate in chiaro come riscontro.
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bjh ha detto:
Non serve neanche il filo sottilissimo, parlava con i designatori ed è sufficiente per la condanna.
In ogni caso il malcostume e l’intrallazzo erano diffusi ma non credo sia cambiato molto, saranno cambiati i modi di far pressione.
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Paolobxl ha detto:
Piccola correzione
tutti parlavano con i designatori perché per “il circolo della caccia” la cosa era permessa anzi incentivata
non scordiamoci che all inizio si parlava di rapporti esclusivi
ma se come tu dici basta solo quello e Moggi verrà condannato solo per quello,
beh permetti che alla luce di quello che é uscito cosi’ facendo scagionano Moggi non per la legge forse, ma per tutti quelli che hanno un po’ di farina in testa
e Molti potranno dire “”pfiuuuu” me la sono scafata per un pelo
Io personalmente non riesco a capire come mai anche dopo la scoperta degli altri contatti solo Moggi resta indagato e condannato
Mistero della giustizia italiana
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ruggierodistaso ha detto:
Allora Francesco, senti a me, tu studiati bene ste svizzere e lascia stare l’articolo sulla frode sportiva, se vuoi ne faccio un altro io.
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Rug ha detto:
va be, ho commentato con il mio account di word press
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Felix Arpino ha detto:
Le incongruenze di De Cillis sono evidenti. Grazie per il chiarimento, Claudio.
Ma se fosse vero che i carabinieri hanno ottenuto i dati sulle SIM svizzere dal computer di Tavaroli, la domanda resterebbe comunque la stessa: come faceva Tavaroli a conoscere quei numeri?
Vi linko tre video che mi hanno colpito particolarmente (ad alcuni di voi li ho già mandati): http://youtu.be/cvt-aul2nDk (nella prima parte parlano delle schede svizzere, poi di Borrelli), http://youtu.be/2zbq5_Qy0qo (finiscono Borrelli e dal minuto 5:06 Zampini riprende il discorso sulle svizzere…) e http://youtu.be/X8hL-YSbme0 (dal minuto 4:50, Angelini dice una cosa molto interessante).
Quindi, anche qui io ho la sensazione che non si sia andati fino in fondo alla vicenda. Non sto dicendo che Moggi non interloquisse con alcuni di questi arbitri (come già detto, le attribuzioni di Di Laroni sono praticamente esatte) ma che forse anche qualcun altro lo facesse. Si è guardato solo da una parte. È sicuramente la parte più curiosa e intrigante di tutta la vicenda. Speriamo che qualcuno parli in futuro.
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bjh ha detto:
Chi dovrebbe parlare? la cosa è grossa, gli interessi grossi, se io sapessi realmente qualcosa me ne starei ben zitto. Per altro che l’inchiesta sia stata a senso unico è palese come è palese il fatto che mentre dal lato juve si è indagato il capello negli altri casi abbiamo solo intercettazioni capitate lì per caso o come rafforzativi del teorema per cui moggi muoveva tutto e tutti a suo piacimento.
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Massimo Cudin ha detto:
Scusate se intervengo dopo parecchi giorni….con ogni probabilita’ ne sapete tutti molto piu’ di me riguardo alla vicenda delle schede svizzere,pero’ volevo puntualizzare una cosa di cui nessuno finora ha ancora detto niente….prima di tutto ricordo che quando uscirono le sentenze sia di primo che di appello la questione delle schede svizzere vennero definite fondamentali e credibili in cio’ che era il teorema costruito dagli inquirenti dell’accusa riguardo alla famosa “cupola”….tanto e’ che sia in primo che in secondo grado e’ rimasta la condanna piu’ grave e cioe’ quella dell’associazione a delinquere….la cosa che poi nessuno ricorda e’ che il De Cillis oltre a mentire quando gli viene chiesto se nel suo negozio ci veniva solo il Bartolini e una volta Moggi ci venivano anche altri personaggi del mondo del calcio e lui rispose di sì perche’ essendo vicino sia a Milanello sia ad Appiano Gentile ci andavano molti giocatori e dirigenti tra cui Branca e se non ricordo male Facchetti….siccome la dirigenza dell’inter teneva sotto controllo i vertici della Juve e alcuni arbitri e giocatori gia’ da anni tramite la security della Telecom credo che sara’ bastata una parolina del De Cillis tipo “viene qua a rifornirsi di schede pure Moggi” per mettere sul chivala’ queste persone….ovviamente io posso solamente ipotizzare che il De Cillis aveva un quaderno dove scrivere i numeri delle schede per poi passare tutto a Tavaroli e Bove e piu’ tardi ai carabinieri…
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Rug ha detto:
Il tutto mi porta a pensare solo una cosa, che dovrò studiarmi bene la vicenda Tavaroli.
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Rug ha detto:
Ad ogni modo il fatto che l’associazione a delinquere dovuta alle schede svizzere ha portato le pene più gravi è semplicemente dovuto al fatto che l’associazione a delinquere prevede pene più elevate (fino a 7 anni) rispetto alla frode sportive che prevede come pena massima due anni.
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Massimo Cudin ha detto:
Ho il forte presentimento che Tavaroli sappia tutto e non parlo solo di calciopoli o schede svizzere….
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Massimo Cudin ha detto:
Per l’accusa non era molto importante che l’associazione a delinquere avesse pene piu’ severe ma serviva a confermare il teorema della “cupola”….oltretutto e’ servita nelle indagini per le intercettazioni dei carabinieri che altrimenti sarebbero state illegali….in ogni caso la storia delle schede svizzere fa’ acqua da tutte le parti….ma anche senza il becco di una prova temo che per Moggi sia dura saltare fuori….
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